TECH | 3 Nov 2016

2025: come cambierà il settore Telecomunicazioni?

Alcuni spunti dalla ricerca TLC 2025

Quando abbiamo iniziato a parlare dello scenario competitivo delle Telecomunicazioni leggendo alcuni elementi emersi da TLC 2025 (ricerca previsionale sponsorizzata dal Gruppo Engineering*) avevamo chiaro il fatto che nel 2025 il panorama della competizione nella filiera delle Telecomunicazioni sarà cambiato in maniera molto profonda. Perfino parlare di settore delle Tlc avrà perso il senso che ha oggi.

Confini mobili

Il contesto delle Telecomunicazioni, infatti, una volta ben descrivibile e delineabile entro un confine preciso, sempre più sarà fluido, senza contorni: le Telecomunicazioni saranno tv, energia, servizi di sicurezza e sorveglianza, sensoristica, informazioni sul traffico, geolocalizzazione, città intelligenti. Si passerà anche in Italia dal modello attuale in cui le sinergie avvengono in maniera verticale solo all’interno delle singole filiere di distribuzione (telecomunicazioni, energia, gas) al modello adottato in alcuni Paesi del Nord Europa, basato sugli incentivi alla condivisione delle infrastrutture in maniera orizzontale tra telecomunicazioni, energia, riscaldamento/cogenerazione, gas, acqua, etc.

Scala mondiale

Da qui al 2025, d’altronde, il panorama delle Telecomunicazioni sarà oggetto di un forte processo di concentrazione. In Europa, dopo anni d’incertezza e indeterminazione, si sarà realizzato un forte consolidamento fra gli operatori tradizionali, che avrà prodotto alcuni attori di dimensioni assolutamente rilevanti su scala mondiale. In Europa vi saranno al massimo quattro operatori, come negli Usa. Nel mondo nordeuropeo/scandinavo vi sarà un singolo operatore integrato. Telefonica si sarà allargata in gran parte del Sud America. Le realtà italiane avranno ruoli subalterni nel processo di consolidamento degli operatori europei.

Pressioni simmetriche

L’adeguamento delle infrastrutture di telecomunicazione continuerà a essere spinto dai modelli di business degli operatori dei mercati adiacenti (a partire soprattutto dalle media company). Nell’advertising, inoltre, il ruolo degli Ott diventerà più pervasivo, via via che essi guadagneranno quote di mercato a scapito degli operatori media. Anche sul piano dei servizi, il ruolo degli Ott sarà diventato nel 2025 molto più importante di ora. Google fornirà la comunicazione interpersonale, con focus su capacità innovative basate su tecnologie cognitive e Big Data, come la traduzione istantanea multilingua. Amazon, stando all’interno del settore Ict, sarà leader indiscusso mondiale per i servizi Cloud. Le Ott saranno fondamentali per l’attrazione e il mantenimento di clienti sulle reti, anche se porteranno costanti squilibri nel business delle Telco. In ambito mobile, inoltre, l’avvento della “soft Sim” modificherà ulteriormente gli equilibri tra i vari player di mercato (principalmente operatori e Ott).

Dannosi e indispensabili

Il ruolo degli Ott in Italia resterà quello che hanno in quasi tutti i Paesi nei quali non si sono sviluppati forti Ott locali: monopolisti, od oligopolisti, con base all’estero. Saranno indispensabili per lo sviluppo economico del Paese, ma avranno effetti negativi in termini di mancato sfruttamento economico a livello nazionale dei Big Data acquisiti in cambio dei servizi offerti. Nonostante la presa di coscienza a livello governativo dei problemi generati dalla posizione degli Ott rispetto agli operatori telefonici abilitati, nei prossimi nove anni il Paese non riuscirà ad acquistare una sensibilità sufficientemente diffusa da consentire un intervento legislativo teso a ridurre questa asimmetria. Essa, d’altronde, pur essendo fortemente lesiva degli interessi nazionali, rimarrà largamente accettata in cambio dell’accesso (solo apparentemente) anonimo e gratuito alle cosiddette reti “social”.

Valore disperso

Gli operatori telefonici, che avrebbero la possibilità di assemblare dati di tipo molto diverso, realizzando quindi proprio l’operazione che rappresenta il valore aggiunto della logica dei Big Data, resteranno nei prossimi anni bloccati dalla regolazione nazionale e internazionale. L’evoluzione su questo terreno sarà modesta, sia per la generale lentezza delle decisioni istituzionali, sia per la scarsa pressione in tal senso da parte del mercato. Per le Telco, dunque, i Big Data resteranno nel 2025 una linea di ricavo di modesta importanza: la direttrice principale di sviluppo riguarderà piuttosto l’offerta di contenuti.

Stefano Palumbo

* Del panel di Esperti che ha elaborato lo scenario hanno fatto parte: Gian Paolo Balboni (Tim), Alessandro Casacchia (Agid), Andrea Casalegno (Top-Ix), Gianni Dominici (Forum PA), Paolo Nuti (Mc Link), Fabio Panunzi (Linkem), Francesco Pirro (Agid), Giovanni Sabadini (Engineering), Roberto Vicentini (Engineering), Ezio Zerbini (Ericsson).