SOCIETY | 15 Giu 2020

40 anni di Engineering

Il 6 giugno 1980 nasceva a Padova la più importante società informatica italiana

Invitato a rendere testimonianza sulle origini di Engineering in quanto “persona informata dei fatti” e, dunque, sul punto di redigere un breve intervento commemorativo sul compleanno della società, non posso fare a meno di chiedermi chi vorrei ne fosse il destinatario.

Mi torna così in mente l’antica convinzione che la storia di Engineering, singolare e straordinaria per molti aspetti, sia poco nota non solo a chi coltiva, in generale e per ragioni professionali, la produzione di conoscenze sulla realtà economica produttiva del Paese, ma anche in gran parte ai quadri e ai dirigenti che lavorano in Engineering costituendone, per così dire, l’intelaiatura organizzativa, l’ossatura funzionale e produttiva.

1980 – 1985

Engineering – Ingegneria Informatica SpA nasce a Padova nel 1980 e ben presto si colloca tra le realtà che avrebbero contribuito, nei decenni seguenti, alla trasformazione del sistema produttivo di beni e servizi dell’intero Paese.

Engineering fu il risultato dell’incontro di due figure dotate di ambizione e capacità visionarie: Mario Volpato, ordinario di matematica all’Università di Padova e Presidente della locale Camera di Commercio, interessato a realizzare banche dati al servizio del tessuto imprenditoriale del basso Veneto, e Michele Cinaglia, allora funzionario commerciale della Univac, multinazionale americana costruttrice di grandi calcolatori e, in Italia come nel resto del mondo, concorrente principale dell’IBM.

Dall’incontro, dall’intreccio, dagli arricchimenti e dalle contaminazioni delle rispettive visioni dei due personaggi derivò la fondazione di CERVED, la società per azioni a capitale interamente pubblico che avrebbe dato l’avvio all’automazione di tutte le Camere di Commercio e alla realizzazione del Registro Nazionale delle Imprese.

Michele Cinaglia lasciata la Univac per dirigere la neonata SpA camerale, sceglie come suo secondo Arrigo Abati, già suo compagno di studi all’Università di Pisa dove entrambi si laurearono in ingegneria elettrotecnica. Abati ha la qualifica di direttore tecnico responsabile di tutti gli aspetti tecnologici e produttivi.

Nel giro di pochi anni, tra il 1977 e la fine del 1979, gran parte del progetto avviato con l’informatizzazione della Camera di Commercio di Padova, cioè un sistema di Camere di Commercio informatizzate e interconnesse in rete per tutta l’Italia, poteva dirsi compiuto. Cinaglia e Abati erano nelle condizioni di poter rivendicare per sé una sistemazione onorevole all’interno del sistema pubblico, andando a far parte di quella classe di manager pubblici che allora godevano di grande prestigio e di ottime retribuzioni nelle società appartenenti al cosiddetto sistema delle partecipazioni statali (regionali e locali).

La loro scelta fu diversa. A partire da un certo momento in poi nella realizzazione di CERVED essi maturarono la convinzione che le competenze acquisite, e quelle ulteriormente acquisibili nell’attuazione del progetto, erano troppo preziose e originali per non essere di interesse anche per il settore privato.

Forti di questa consapevolezza, Cinaglia e Abati proposero ai loro referenti camerali, i Presidenti delle Camere di Commercio, il via libera per la costituzione di CERVED Engineering SpA, una società pubblico-privata, a capitale prevalentemente pubblico (60%), che avrebbe però operato soprattutto nel settore privato, a partire da quello bancario.

Scopo della nuova società era quello di traghettare le innovazioni sviluppate per fronteggiare le esigenze della Pubblica Amministrazione verso il mercato delle imprese private. E viceversa: rendere fruibili per le Pubbliche Amministrazioni le innovazioni sviluppate su richiesta del settore privato, in particolare di quello dei servizi finanziari.

Alla base di questa richiesta non c’era solo la pretesa di vedersi riconoscere dal sistema camerale uno status professionale di pari dignità rispetto a quanti, in virtù dei loro incarichi istituzionali, le Presidenze delle Camere di Commercio, ascrivevano a se stessi il merito di aver innovato il sistema camerale. C’era anche la voglia di affermare la piena sostenibilità di forme di partenariato pubblico-privato per l’attuazione di progetti di riforma (il che allora voleva dire sostanzialmente di informatizzazione) nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Engineering nacque, dunque, come CERVED Engineering (la società acquisì l’attuale denominazione nel 1985), ma il sistema pubblico si rivelò abbastanza presto né pronto né interessato per innovazioni che si presentavano ai loro occhi non solo audaci ma fuori da ogni possibilità di controllo. Il conflitto latente tra gli azionisti della neo costituita società di nomina camerale e quelli espressi dal management di CERVED, divenne manifesto con i primi segnali di affermazione sul mercato di CERVED Engineering.

Cinaglia era convinto che valesse la pena impegnarsi a fondo per tenere insieme i due sistemi di interesse. In particolare egli vedeva in modo unitario la gestione strategica dei sistemi tecnologici e lo sviluppo delle banche dati pubbliche. Tra le motivazioni che lo portavano verso questa scelta vi era anche la volontà di evitare che la gestione informatica del settore pubblico venisse colonizzato da società informatiche d’oltralpe e d’oltreoceano.

1985 – 1988

Il conflitto si concluse con la separazione netta di CERVED Engineering da CERVED. Cinaglia, Abati e altri dirigenti CERVED interessati a migrare nella nuova società, che già possedevano il 40%, rilevarono il restante 60% delle azioni Engineering in possesso del sistema camerale.

Di fronte al venir meno per Engineering della partnership obiettivamente premiante con CERVED, Michele Cinaglia concentrò i propri sforzi per individuare altri potenziali partner strategici che, sulla base delle esperienze di mercato già maturate da Engineering, potessero svolgere la funzione di accreditamento sul mercato della società. Tale tipologia di partnership fu individuata in un limitato numero di banche che, nel corso degli anni, si rivelarono di importanza strategica per le sorti della società. Il fatto, tuttavia, di navigare in mare aperto comportò la drammatizzazione delle differenze dei punti di vista dei fondatori di Engineering circa il futuro della società.

Entra in gioco Rosario Amodeo. Storico amico e collega di Michele che era cresciuto alla sua scuola. Amodeo era stato assunto dallo stesso Michele in CERVED come vice Direttore generale. Dopo l’uscita di Michele fu nominato dalla proprietà camerale Direttore Generale di CERVED. Di qui, tre anni dopo, passò in Engineering dopo averne acquistato azioni per un ammontare pari a quelle di Cinaglia e di Abati.

La fine del sodalizio tra Engineering e Abati ebbe luogo poco dopo l’arrivo di Rosario Amodeo. Costui si era impegnato in una funzione di mediazione nel conflitto tra Cinaglia e Abati che, sul finire del 1988, smise, nell’opinione di tutti i soggetti coinvolti, di avere senso.

Abati rivendette le sue azioni agli altri due soci e avviò una sua autonoma attività imprenditoriale.

1989 – 2000

Seguì un periodo di sette anni in cui il governo della società fu assicurato da un “consolato perfetto”, essendo i due consoli, dal 1989 a 1996, Cinaglia e Amodeo.

Furono anni di crescita, di proficue politiche di alleanza e di successi commerciali. Ma emersero anche criticità e problemi connessi alla crescita che coinvolsero tutto il comparto nazionale dell’industria dell’informatica e la stessa Engineering.

I cambiamenti intervenuti nel mercato dell’information technology e l’evoluzione della domanda dei servizi dischiudevano nuove opportunità per la società, ma evidenziavano anche la necessità di un approccio innovativo al mercato e la predisposizione di soluzioni più rispondenti alle esigenze della domanda. In particolare veniva allo scoperto una certa insufficienza nel governo dei progetti richiesti dal mercato, più numerosi, di crescente profilo finanziario e sempre di più complessi.

Nell’opinione di Cinaglia e Amodeo si faceva sempre più strada la convinzione che fosse giunta l’ora di affidare il governo delle attività operative, di quella commerciale come di quella di governo delle fasi di implementazione dei progetti, a un unico responsabile che avesse rango e poteri di un Direttore Generale.

Nel 1996 Paolo Pandozy, dirigente Engineering dal 1983 che aveva dato eccellente prova di sé nella gestione di progetti particolarmente impegnativi, viene nominato Direttore generale. Al vertice della società sono, sopra di lui, ancora saldamente coinvolti nel governo strategico della società, Michele Cinaglia, con il ruolo di Vice Presidente Esecutivo, e Rosario Amodeo, con il ruolo di Amministratore Delegato.

Con Paolo Pandozy ha inizio, dapprima con qualche cautela, successivamente con maggiore decisione, un nuovo corso nella gestione della società che consentì a Engineering di quotarsi in borsa nel Dicembre del 2000.

2000 – 2013

La quotazione in borsa fu inizialmente un successo. Seguì un periodo di crisi generalizzata che fece ritenere ad alcuni che la quotazione fosse stata troppo affrettata.

Ma le acquisizioni di società e la crescita, rese possibili a seguito dell’entrata in borsa, si incaricarono di dimostrare che la scelta della quotazione era stata giusta: dal 2000 al 2007 l’ammontare delle partecipazioni della società si è più che sestuplicato. Il valore del fatturato del Gruppo Engineering passò da 182,2 milioni del 2000 (con un EBITDA pari a 22,6 milioni) a 457,1 del 2007 (con EBITDA pari a 70,5). Il numero dei dipendenti sfiorava, nel 2007, la soglia delle quattromila unità.

Le acquisizioni effettuate in quegli anni avevano riguardato settori per lo più familiari a Engineering: tra questi la Sanità, attraverso l’acquisizione di quanto era rimasto di Olivetti Sanità, passando per una Joint Venture con GFI Informatique, una società francese, fino al possesso del 100% del capitale della società e la sua ridenominazione in Engisanità; i Servizi Pubblici locali, con Neta spa, una società operante nel settore delle utility e delle municipalizzate; la Consulenza Direzionale, con BIP Business Integration Partners, una società di consulenza strategica; il Settore Banche-Finanza, con l’acquisizione di Caridata, rilevata da Banca Intesa.

L’evento clou di tutto il decennio fu l’acquisizione di Atos Origin che portò le dimensioni di Engineering a crescere in un anno più del 50%.

Dopo il 2013

Qui si conclude la storia di Engineering (1) per cedere, il passo alla cronaca.

Questi gli eventi fondamentali di cui si sono occasionalmente occupate le pagine delle cronache finanziarie di quotidiani nazionali:

  • Amodeo e Cinaglia, dopo una collaborazione di decenni, scoprono di avere visioni difformi per quanto riguarda il governo da assicurare alla società per il futuro.
  • L’incomponibilità del conflitto di interessi determina la vendita da parte di Amodeo della quasi totalità delle proprie azioni a un fondo (OEP), gestito da JP Morgan. Il prezzo pagato è pari a 32 € per azione.
  • Il nuovo azionista di Engineering confida di poter rapidamente e agevolmente rilevare anche la totalità delle azioni di Cinaglia per poter avere libera disponibilità sulle sorti della società.
  • Ma non ha fatto i conti con Cinaglia che, restando il primo azionista della società, resiste con successo e rintuzza le pretese di OEP. Non vende le sue azioni e impone al nuovo azionista un modus operandi ispirato a una piena e leale collaborazione in favore dello sviluppo industriale della società.
  • Cinaglia e Pandozy vengono confermati al vertice della società con pieni poteri e la cooperazione con il nuovo socio finanziario per tutto il triennio 2013-2015 si rivela generosa di risultati.
  • Allo scadere del triennio l’azionista OEP, ormai riconoscente alleato dell’azienda, e Cinaglia decidono di vendere a nuovi fondi d’investimento (APAX e NB Renaissance) le rispettive quote azionarie.
  • Il prezzo per azione concordato con i nuovi fondi acquirenti è pari a 66 €.
  • Michele Cinaglia decide di reinvestire una parte dei suoi ricavi in Engineering a fianco dei nuovi soci.
  • La nuova compagine azionaria di Engineering (Cinaglia + Fondi APAX e NB Renaissance) assume la decisione, diventata esecutiva l’8 luglio del 2016, di uscire dalla borsa.

 

Negli anni successivi la società è cresciuta notevolmente da un punto di vista economico e finanziario, estendendo ulteriormente le sue attività nel mondo, e arrivando a 12.000 dipendenti e un fatturato di 1,25 miliardi di euro.

Nicola Melideo

 

(1) Chi volesse ripercorrere gli episodi salienti e le storie dei protagonisti non ha che da consultare i volumi:

  • I segreti di un’impresa italiana di successo – a cura di M. Bolognani, S. De Vio, N. Melideo, G. Scifo – Ed. Il Sole 24 Ore, 2000;
  • 25 Anni di informatica italiana – La storia di Engineering, Ingegneria Informatica – a cura di M. Bolognani, S. De Vio, N. Melideo, G. Scifo, M. Vitale – Ed. Il Sole 24 Ore, 2005;
  • Engineering 30 anni – Da impresa italiana a multinazionale dell’IT – A cura di S. De Vio, Guerini & Associati editori – 2010.