“Questo libro riguarda l’effetto che le ICT digitali (le tecnologie dell’informazione e della comunicazione) stanno producendo sul nostro senso del sé, la maniera in cui ci relazioniamo gli uni con gli altri e nella quale diamo forma al nostro mondo e interagiamo con esso“. Questa la prima frase del libro “La quarta rivoluzione“, scritto da Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, e che analizza i cambiamenti di tempo, spazio, identità, comprensione di sé, privacy, intelligenza, politica, ambiente ed etica.
Il confine tra l’essere on line e off line non esiste più
“Un numero sempre più elevato di persone trascorre una quantità crescente di tempo a diffondere notizie sul proprio conto, interagendo digitalmente con altre persone, entro un’infosfera che non è né interamente virtuale né soltanto fisica“. Ovvero non è più possibile pensare a due mondi separati tra vita reale e virtuale, tanto che si può utilizzare il nuovo termine “onlife”. “Le ICT sono diventate importanti nel dare forma alle nostre identità personali. Si tratta infatti delle più potenti tecnologie del sé alle quali siamo mai stati esposti. Naturalmente, dovremmo gestirle con attenzione, poiché stanno modificando in maniera significativa i contesti e le pratiche attraverso le quali diamo forma a noi stessi“.
Uno “tsunami di dati” sta sommergendo l’ambiente
“Ogni giorno viene generato un numero sufficiente di dati da riempire tutte le biblioteche americane più di otto volte“. Numeri che continueranno a crescere in modo sempre più veloce e verticale, richiedendo crescenti risorse ICT utili ad analizzarli e che, però, a loro volta genereranno altri dati. “La nostra è la prima generazione a sperimentare l’ondata di zettabyte e a introdurre un neologismo che descrive lo tsunami di dati che sta sommergendo il nostro ambiente“. Un passaggio, come si legge nel libro, dalla storia alla iperstoria, una nuova era nello sviluppo umano che non trascende le coordinate spazio-temporali che hanno regolato da sempre la vita sul pianeta.
Le tecnologie migliorano, aumentano e ri-costruiscono
La quarta rivoluzione ha portato alla luce la natura informazionale dell’identità umana. “Siamo testimoni di una migrazione epocale e senza precedenti dell’umanità dallo spazio fisico newtoniano al nuovo ambiente dell’infosfera, anche perché questo sta gradualmente assorbendo il primo“. Il libro fa riflettere su come le persone siano “inforg”, organismi informazionali appunto, reciprocamente connessi e parte di un ecosistema informazionale, definito infosfera, in cui le informazioni sono condivise con altri “agenti informazionali”, naturali e artificiali.
Il nuovo senso della privacy
Nel capitolo in cui si parla di privacy, è citata Virginia Woolf, che scriveva “Noi abbiamo una vita privata e la consideriamo di gran lunga il più prezioso dei nostri beni“. Le ICT hanno fatto della privacy uno dei temi più rilevanti proprio perché condizionano la frizione informazionale, ovvero le forze che ostacolano il flusso di informazioni in una parte della infosfera, e perché hanno minato alla base l’anonimato. Nell’onlife, pertanto, la privacy continua a essere un bene prezioso, ma cambia completamente il suo significato: uno dei nuovi punti di vista possibile mostra come “ogni giorno una persona può voler costruire un differente, potenzialmente migliore, io. Il diritto alla privacy è anche il diritto a rinnovare la propria identità“.
Le ICT salveranno l’ambiente se capiremo che l’infosfera è uno spazio comune da tutelare
A fronte di evidenti rischi per il futuro del pianeta, i capitoli del libro in cui si parla di ambiente ed etica, fanno riflettere su come “le ICT potranno aiutarci nella nostra lotta contro la distruzione, l’impoverimento, la devastazione e lo spreco di risorse sia naturali che umane, nonché di quelle storiche e culturali“. Un processo non banale e che “richiederà un’attenta riflessione sul progetto umano e una revisione critica delle nostre attuali narrative a livello individuale, sociale e politico“.
Sonia Montegiove