TECH | 24 Giu 2020

5 ragioni per investire in Cloud nel New Normal

Quanto e come la "nuvola" può aiutare le imprese nella fase di ripresa post COVID?

Se il 2019 era stato l’anno del Cloud, l’emergenza Coronavirus ne ha confermato e messo in evidenza la grande utilità legata in particolar modo alla possibilità di eliminare asset e infrastrutture fisiche, anche al fine di consentire il lavoro agile e soprattutto di scalare sulla base di nuove necessità.

“Il Cloud è sicuramente la base su cui poggia il futuro della cosiddetta nuova normalità afferma Francesco Bonfiglio, CEO di Engineering D.HUB. “Tra tutti i fattori abilitanti alla Trasformazione Digitale, il Cloud è quello che possiamo definire fondante”.

Quanto è diffuso il Cloud?

Gli ultimi dati dell’Osservatorio Cloud Transformation, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, mostrano come il Cloud sia ormai una delle tecnologie abilitanti più importanti per la Trasformazione Digitale delle aziende, tanto che nel 2019 il suo valore di mercato è salito a 2,77 miliardi di euro, segnando una crescita del 18% rispetto allo scorso anno. Crescita che si conferma anche a livello mondiale, visto che secondo Forrester nel 2019 il Cloud è arrivato a valere 200 miliardi di dollari e che nel 2023 potrebbe superare i 620 miliardi.

A investire di più in questa tecnologia, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, il settore manifatturiero, le banche e le TELCO. Rispetto alle diverse modalità di applicazione del Cloud (pubblico, privato e ibrido) si registra un 54% di organizzazioni che ha una situazione ibrida e un 21% che ha un approccio totalmente Cloud.

I crescenti investimenti nella “Nuvola” trovano una spiegazione anche nel White Paper sul Cloud appena pubblicato da Engineering, dove Bonfiglio afferma: “Le aziende hanno bisogno di agilità e flessibilità per raggiungere gli obiettivi prefissati. I servizi  specifici del Cloud vanno dalla consulenza strategica alla gestione della tecnologia, dalla trasformazione IT all’ottimizzazione della soluzione. Ma è solo creando ecosistemi intelligenti che un’organizzazione può avere successo con la sua strategia Cloud”.

Quali i modelli di distribuzione del Cloud?

Tre sono principalmente i modelli di distribuzione del Cloud: l’IaaS, Infrastructure as a Service, che offre servizi di funzionalità di archiviazione, di rete e di elaborazione; il PaaS, Platform as a Service, che copre un set completo di servizi middleware tra cui piattaforme di sviluppo di applicazioni e funzionalità di integrazione; il modello più conosciuto SaaS, Software As A Service, ovvero software al quale si accede a distanza come servizio.

Secondo i dati PoliMI, a crescere dell’11% nel 2019 i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni, che raccolgono un totale di investimenti pari a 661 milioni di euro. Anche la spesa in PaaS fa segnare una crescita del 38%, arrivando a contare il 16% del volume complessivo di spesa.

Cloud ibrido o privato?

Come riportato nel paper Engineering, si sta assistendo al passaggio dall’integrazione di sistema tradizionale a un modello di piattaforma di integrazione ibrida, basata su un approccio multicloud in grado di bilanciare gli investimenti effettuati in passato per l’adozione di nuovi modelli di business con le esigenze di digitalizzazione degli attuali processi chiave.

Coniugare la presenza di molteplici fornitori, far convivere Cloud pubblico e privato e servizi On-Premisis è una delle esigenze più sentite da PA e aziende anche nel cosiddetto “new normal”. Fase in cui Engineering ha rilasciato una nuova piattaforma di servizi Cloud che, sulla base delle sinergie di diverse piattaforme, semplifica l’accesso per aziende e PA alle diverse soluzioni grazie a un marketplace intuitivo, andando ad accelerarare lo sviluppo di servizi offrendo alle aziende strumenti di governo e rapida interpretazione dei dati in tutte le loro forme.

“Grazie a questa soluzione – spiega Bonfiglioè possibile governare le tecnologie, massimizzando i vantaggi del Cloud, liberando aziende e PA dalla complessità che continuerà a crescere. Abbiamo voluto incapsulare la complessità crescente delle tecnologie dentro piattaforme aperte e scalabili per permettere di rifocalizzare l’attenzione dei clienti dalla tecnologia al disegno di nuovi modelli digitali del proprio business. Adesso più che mai c’è bisogno di non perdere il salto quantico verso il digitale fatto in emergenza COVID, semplificando l’approccio delle organizzazioni pubbliche e private”.

5 buone ragioni per investire in tecnologia Cloud

Diversi sono i motivi per beneficiare dei vantaggi del Cloud. I più importanti sono quelli legati alla possibilità di rendere più agile l’organizzazione e poter costruire, partendo da questa tecnologia, un ecosistema di altre tecnologie che possono trasformare in meglio l’azienda. Questi i principali vantaggi individuati dal White Paper:

  1. Adottare e ampliare rapidamente i progressi tecnologici senza dover intraprendere migrazioni costose o lunghi aggiornamenti: in questo modo le aziende possono sempre più concentrarsi sulla loro attività e meno sulla tecnologia e sui servizi Cloud
  2. Migrare a Cloud in modo semplice grazie al paradigma “a servizio”, che consente alle organizzazioni di operare in un mondo in cui i problemi legati a migrazioni e aggiornamenti sono praticamente risolti utilizzando IaaS, PaaS e SaaS
  3. Abbracciare nuovi modelli di business che possono evolvere ed espandersi
  4. Accedere, operare e sviluppare piattaforme di mercato digitali, sfruttando le stesse tecnologie di frontiera di altri concorrenti per vedere garantita la propria competitività
  5. Garantire la visibilità e l’integrità dei dati in tempo reale, o quasi, per poter adottare sempre più una modalità di gestione basata sull’analisi dei dati.