TECH | 12 Nov 2019

AI e Big Data al servizio della verità

Come la tecnologia digitale, attraverso il progetto Fandango, supporta giornalisti, fact checker e professionisti dei media nel riconoscere le fake news.

Aletheia, parola greca che indica il disvelamento della verità, ha avuto alterne fortune nella storia del pensiero occidentale, fino a essere valorizzata nel dibattito filosofico del Novecento. Oggi essa è nuovamente diventata centrale nella discussione sociale e politica, dopo la definizione e il riconoscimento da parte dell’Oxford English Dictionary nel 2016 di “parola dell’anno” al termine di Post-verità. Da allora questo tema ha visto protagoniste le fake news, il dibattito politico intorno al tema della misinformation (che non dobbiamo tradurre con il semplice concetto di disinformazione, che ha una connotazione molto più orientata all’intelligence), per arrivare ai deep fake, ovvero video simili a quelli reali, ma costruiti ad arte, grazie a tecniche di Intelligenza Artificiale. Quanto oggi questi temi abbiano impatto sulla nostra vita quotidiana lo dimostra il fatto che molti operatori li ritengano in grado di mettere a rischio il corretto svolgimento dei processi democratici.

Clima, immigrazione e contesto europeo sono scenari tipici in cui le notizie false possono influenzare la percezione rispetto alle azioni sociali e commerciali. Tali esempi sono riferibili a notizie false sui dati climatici, che generano confusione verso le potenziali minacce dei cambiamenti climatici e che possono influenzare le scelte della società e degli affari, così come a fake news riguardanti gli immigrati o al contesto europeo, dove esiste preoccupante disinformazione.

Come la tecnologia può contrastare fake news e disinformazione?

Viviamo in un mondo sempre connesso e per questo il tempo di elaborazione nel contrasto alle fake news è fondamentale: l’etichettatura dovrebbe avvenire mentre la propagazione della notizia falsa è ancora “in diretta” per non esplodere sul Web e arrivare quindi ai media tradizionali. Per questo sono necessarie tecniche di analisi, correlazione e valutazione di varie fonti di dati in modo investigativo, e moderne applicazioni di Intelligenza Artificiale da poter utilizzare insieme all’intervento umano, al quale spetta ancora l’ultima parola.

Nei laboratori di ricerca e sviluppo Engineering si è dato vita in questi anni a Fandango, progetto co-finanziato dalla Commissione Europea per il quale si utilizzano tecniche di Intelligenza Artificiale non per creare deep fake o disinformazione, bensì per aiutare a contrastarla.

Uno degli effetti collaterali dell’esplosione dei media digitali è il fenomeno dell’abbondanza di dati provenienti da fonti diverse (società di stampa, giornalisti, prosumer, commentatori, eccetera), che rende estremamente difficile filtrare e discriminare le informazioni valide da quelle intenzionalmente errate e spesso generate in modo volutamente malevolo. Grazie ad algoritmi avanzati di Intelligenza Artificiale, Fandango supporta giornalisti, fact checker e professionisti dei media a identificare una notizia come corretta o falsa attraverso il recupero, la correlazione e la valutazione di ampie raccolte di fonti di dati e di notizie diverse ed eterogenee.

Esiste un meccanismo per dire se un articolo è vero o falso?

Oggi diverse società di media e tecnologia vorrebbero avere soluzioni completamente automatizzate, che semplicemente leggendo un articolo lo contrassegnino come “vero” o “falso”. La realtà è, però, molto più difficile di come può sembrare. È evidente che gli strumenti Big Data possono aiutare a comprendere il contesto informativo attorno ai diversi argomenti, analizzandoli da diversi punti di vista e valutando le dichiarazioni attribuite all’evento favorendo in questo modo l’acquisizione di una maggiore consapevolezza in merito alla notizia.

Gli algoritmi di apprendimento automatico utilizzati in Fandango sono in grado di sfruttare il contesto Big Data e il Deep Learning per cercare correlazioni all’interno dei dati e decidere se un’informazione specifica è falsa o meno, o per valutare queste informazioni con un indicatore di falsità, aiutando in questo modo nella valutazione dell’attendibilità di una certa news.

Fandango dimostra come, se da una parte la tecnologia digitale ha provocato i fenomeni della misinformation e delle fake news, è sempre la stessa tecnologia digitale a poter fornire soluzioni utili al loro contrasto.

Francesco Saverio Nucci