MARKET | 25 Ott 2018

AI, Big Data e IoT… questi sconosciuti?

Un'indagine Digital Transformation Institute e CFMT rivela quanto i consumatori conoscano dei principali trend tecnologici

Siamo più curiosi di poter utilizzare una nuova app per condividere un mezzo di trasporto, essere trasportati da un auto senza conducente umano o più terrorizzati dalla possibilità che i nostri dati vengano acquisiti per riceve offerte tarate sulle nostre esigenze e la nostra privacy violata?

In generale siamo fiduciosi e positivi. Lo dice una delle ricerche di scenario – realizzata da Digital Transformation Institute e CFMT, in collaborazione con SWG e Assintel – che ha messo a confronto il punto di vista degli utenti finali con quello degli attori del digitale sui principali trend tecnologici in atto, ovvero Intelligenza Artificiale, Big Data e IoT, Blockchain e Social Media.

Quasi la metà degli utenti, infatti, crede che le tecnologie possano avere un impatto positivo sulla propria vita, il 39% è continuamente sorpreso dai cambiamenti che si stanno affastellando, il 33% si attende che le tecnologie alla fine introducano prevalentemente rivoluzioni positive. Paura poca dunque (16%), e nemmeno troppa ansia (18%), come ci saremmo aspettati, ma addirittura più sentimenti di gioia (22%) e passione (27%).

Un clima positivo, dunque, e di curiosità per l’80% degli intervistati che, in quasi il 60% dei casi, dichiara di essere a proprio agio con la tecnologia.

Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata, Cloud, Big Data, IoT: cosa pensano i consumatori?

Veniamo alle note dolenti. Anche se fiduciosi, gli utenti non hanno molta esperienza sul campo e nemmeno troppa chiarezza rispetto al significato delle diverse tecnologie. Solamente il 34% dei consumatori intervistati ha sentito parlare di Intelligenza Artificiale, mentre il 34% degli utenti non sa cosa siano e a cosa servano i Big Data. Per non parlare della Blockchain: anche nella sua forma più conosciuta, la criptovaluta (i Bitcoin per intenderci), il 52% dei consumatori intervistati non ha idea di cosa sia e di quali siano le sue applicazioni. Salvo poi dichiarare, in più della metà dei casi di chi dichiara di esserne a conoscenza, che l’utilizzo della tecnologie nei processi di disintermediazione migliorerà la propria vita.

E, si diceva, scarseggiano le esperienze: ben il 61% degli intervistati non ha mai pagato con il contactless, il 65% non ha mai interagito con la tv tramite smartphone, solamente il 12% degli intervistati ha usato un assistente vocale e appena il 14% degli utenti intervistati ha ricevuto sullo smartphone notizie personalizzate su un negozio visitato. E il 50% degli utenti crede sia più importante la tutela della privacy rispetto alla possibilità di ottenere sconti attraverso l’utilizzo dei propri dati personali.

Sebbene poi pochi utenti ammettano di avere sentimenti di paura, qualche timore lo esprimono: dalla privacy appunto, al timore di essere truffati o a quello legato al fatto che gli strumenti digitali e le app ci rendano incapaci di interagire con le esperienze reali. Ultimo, non per importanza, quello di non riuscire a distinguere più le persone dai robot e perdere il desiderio di contatto umano.

E le aziende come rispondono al clima di fiducia ma poca conoscenza del consumatore finale?

Il panorama del lato azienda è indubbiamente poco promettente: le aziende hanno un basso interesse per quasi tutte le applicazioni tecnologiche abilitanti della Digital Transformation, ad esclusione dei Social Media, (46%) e delle applicazioni che utilizzano Big Data (41%). Il 68% delle aziende non ha investito in AI e al 65% non ha puntato sulla Blockchain.

Questo non significa che la situazione sia ben diversa vista in prospettiva. Nel futuro, infatti, più della metà delle aziende puntano su Big Data, Internet of Things e Social Media, mentre rimane alta la diffidenza per Blockchain e Realtà Aumentata.

Stefania Farsagli