Cosi come si fa per l’oroscopo, ho cominciato un po’ a girare in Rete, per iniziare a mappare i trend di crescita tecnologici nel 2019 che ruotano intorno all’Intelligenza Artificiale. Ho trovato una interessante infografica che sintetizza alcune importanti tendenze, a partire dalla monolitica introduzione: il 16% delle aziende, oggi, ha automatizzato e utilizzato l’Intelligenza Artificiale per i suoi processi “mission critical”; nel 2019 questo 16% arriverà al 59%.
Interessanti anche i dati sui settori più impattati: l’IT sicuramente, ma affiancato dal Customer Care (pensiamo ai virtual agent e alle chatbot) e dal settore amministrativo, che vedrà l’automazione di buona parte dei suoi processi ripetitivi.
Di certo è ora per le aziende di passare dal dire al fare, o meglio dai piccoli laboratori di prova alla implementazione reale di progetti. Il 2018 è stato costellato di “carotaggi”; moltissime imprese hanno provato a saggiare la bontà degli algoritmi, affidandogli piccoli processi. Ora, i trend del nuovo anno ci dicono che siamo pronti a fare il salto!
Forbes ipotizza per il 2019 una crescente fiducia nel fatto che questa tecnologia “intelligente e predittiva” possa essere estesa a tutte le aree aziendali man mano che giungeranno a comprendere il valore delle informazioni che possiedono.
Cosa accadrà ai posti di lavoro?
Secondo il rapporto di Gartner, 1,8 milioni di posti di lavoro andranno persi a causa dell’automazione, ma allo stesso tempo ne saranno creati 2,3 milioni: le persone impareranno a fare meno lavori ripetitivi, ma saranno addestrate a svolgere nuovi compiti, mentre le vecchie attività di routine verranno eseguite dalle macchine.
Anche se il numero sembra positivo, va sempre letto e interpretato: andranno persi molti posti di lavoro che possono essere sostituiti da sistemi di automazione (nella logistica, nel dettaglio, nel commercio), ma saranno assunti professionisti dell’AI e dei Big Data. Usciranno operai, entreranno ingegneri. Un bel problema sociale e politico, ma anche una grande opportunità per le nuove generazioni.
Una nuova comprensione tra uomo e AI
Più utilizzeremo sistemi dotati di Intelligenza Artificiale più reimmetteremo in circolo nuovi dati: se utilizzo un assistente virtuale per ordinare la mia cena, questo imparerà le mie preferenze e i miei comportamenti, sino a poter predire i miei desideri. Ovviamente se lo facciamo tutti, i dati raccolti consentiranno alle aziende di capire esattamente quali servizi devono crescere, quali sono sottoutilizzati e quali invece sono destinati a essere abbandonati. Il tutto con una timeline di nascita e morte molto veloce.
Uno degli elementi di crescita sarà sicuramente quello di abbassare l’impatto delle differenze linguistiche tra umani e assistenti AI. Grazie alla raccolta di dati e all’aumento da parte nostra dell’uso della voce per esprimere comandi, gli assistenti AI sono destinati a diventare sempre più efficienti nella comprensione dei loro utenti umani, incrementando la capacità di ascoltare, capire e rispondere con un linguaggio naturale.
La crescita nella fiducia
Sempre una ricerca di Gartner ha indicato che entro il 2020 “l’85% dei CIO piloterà programmi di Intelligenza Artificiale attraverso una combinazione di investimenti di acquisto, costruzione ed esternalizzazione”. Ma visto che le organizzazioni diventano più dipendenti dai modelli di apprendimento automatico, in che modo gli esseri umani possono essere sicuri che queste raccomandazioni siano affidabili?
“Abbinare l’Intelligenza Artificiale a un umano crea un nuovo modello decisionale in cui l’AI offre nuovi fatti e opzioni. Ma la testa rimane dell’uomo, così come il cuore“, ha detto Svetlana Sicular, Research Vice President di Gartner.
Ancora più chiara è Helen Poitevin, Research Senior Director di Gartner : “Il futuro non è fatto da una battaglia tra persone e macchine, ma da una sintesi delle loro capacità. Di umani e Intelligenza Artificiale che lavorano insieme“.
Insomma: il futuro è già arrivato. E poiché saremo noi, umani, a insegnare alle macchine, mi domando: che insegnanti saremo?
Simona Piacenti