19 partner di 9 Paesi diversi per un progetto che vuole creare un ambiente comune di condivisione delle informazioni per i sistemi di comando, controllo e coordinamento delle frontiere in Europa.
Andromeda, questo il nome del progetto, sfrutta diverse tecnologie digitali quali ausilio per sorvegliare le frontiere e soprattutto dare vita a raccolte di informazioni da poter mettere in condivisione per strutturare non solo reti di sorveglianza del territorio, ma attività operative finalizzate alla tutela ambientale e a garantire la sicurezza delle persone.
Le frontiere, sia marittime che di terra, infatti, oltre a essere scenario di flussi migratori, possono essere luogo di traffici illeciti, come quello di droga, merci o armi, che non solo devono essere monitorati ma che possono esserlo grazie alla raccolta di dati utili a prendere decisioni in tempo reale.
Operano attivamente nel progetto 4 partner italiani: la Marina Militare, Engineering Ingegneria Informatica, la Fondazione CMCC e Codin.
“L’obiettivo principale di Andromeda – spiega Giuseppe Vella di Engineering, che partecipa al progetto come partner tecnologico – è quello di migliorare l’ambiente di condivisione delle informazioni estendendo l’approccio del CISE (Maritime Common Information Sharing Environment) anche alle frontiere terrestri. Ciò nell’ottica di supportare le autorità operative marittime e terrestri per comprimere i tempi di rilevamento di nuovi eventi a sostegno del processo decisionale e degli interventi delle forze in loco.”
Verso la costruzione di un sistema comune per la condivisione delle informazioni sul settore marittimo
Era il 2010 quando l’Unione Europea decise di dare vita al CISE, un sistema di raccolta di informazioni legate alla sorveglianza marittima da mettere in condivisione tra i diversi Stati membri, per aumentare non solo il livello di sicurezza ma garantire il rispetto dell’ambiente, coinvolgendo i diversi attori istituzionali impegnati in questa attività di controllo delle frontiere.
A distanza di diversi anni, CISE ha compiuto importanti progressi entrando nella sua fase transitoria (2019-2021) che vedrà l’integrazione di diversi sistemi informativi, in modo da rendere i dati e altre informazioni facilmente reperibili da parte di chi ne ha necessità per affrontare missioni in mare.
“In quanto partner del progetto la Marina Militare Italiana – continua Giuseppe Vella – potrà beneficiare per esempio delle evoluzioni del CISE, grazie all’integrazione con il sistema di comando e controllo SMART realizzato da Engineering, con prove periodiche a partire dal prossimo settembre e una dimostrazione di tre giorni che si terrà a Roma, Atene e Lisbona nel gennaio 2021“.
Quali i dati che Andromeda permetterà di raccogliere e perché?
Il progetto vuole favorire un rilevamento più rapido di nuovi eventi – ottenuto anche attraverso una maggiore condivisione delle informazioni a disposizione dei diversi attori coinvolti – per attuare una Data Governance che possa non solo ridurre i rischi alle frontiere marittime e terresti, ma anche rafforzare la collaborazione intersettoriale e transfrontaliera tra le autorità che operano nel territorio e in mare, come Guardie Costiere, Forze di Polizia Transfrontaliere o Dogane, al fine di indirizzare le risorse verso lo stesso obiettivo, migliorando l’efficienza e riducendo costi e sprechi.
Il tutto ovviamente rispettando quelli che sono i valori fondanti della UE legati alla libera circolazione delle persone, alla protezione dei dati personali oltre che alla tutela della sicurezza dei cittadini.
Quali le tecnologie impiegate per Andromeda?
Le tecnologie digitali utilizzate nel progetto sono un elemento trasversale, in grado non solo di contribuire alla realizzazione di un ambiente informativo che possa disegnare una chiara situazione reale, senza duplicazione di tracce ed eventi, tramite la raccolta e l’analisi di Big Data e il loro scambio attraverso Web Services, ma anche di visualizzare in 3D gli ambienti ricostruiti al fine di valutare le condizioni e le azioni da intraprendere.
I dati provenienti dai vari sistemi di Command & Control condivisi dalle Autorità competenti, così come dai radar, dalle telecamere di sorveglianza o dai sensori di vario tipo, vengono scambiati in formato XML tramite l’utilizzo di Web Services tra i componenti attivi dell’architettura di Andromeda.
Dati combinati anche con algoritmi di Intelligenza Artificiale che possono fare la differenza nella sorveglianza delle frontiere e nella tutela dei territori e delle persone.