Le linee guida e raccomandazioni di policy su Big Data, pubblicate lo scorso 2 luglio, sono solo un “assaggio” di un’indagine conoscitiva di AGCOM, Antitrust e Garante Privacy, avviata nel maggio 2017, e che sarà pubblicata a breve in forma estesa. Obiettivo del documento è definire un’efficace politica pubblica dei Big Data, elaborata in modo congiunto da tre Autorità con competenze diverse, per contribuire a una lettura più ampia dei fenomeni in atto legati alla raccolta e all’uso di dati anche da grandi piattaforme e quindi dai grandi player.
“La disponibilità dei dati – si legge nel rapporto – è sempre più rilevante per l’ottimizzazione di processi e decisioni, per l’innovazione e per l’efficiente funzionamento dei mercati e i Big Data rappresentano un fenomeno che non è limitato a specifici settori, ma investe l’economia nel suo complesso. Lo sviluppo dell’economia data-driven ha implicazioni non solo sul funzionamento dei mercati e sul benessere dei consumatori, ma anche sotto il profilo sociale e democratico. Le nuove forme in cui si manifesta il potere di mercato meritano un’attenta valutazione per le implicazioni economiche e sociali che possono avere”.
Frutto di oltre quaranta audizioni da parte delle diverse Autorità, che hanno coinvolto i principali operatori dell’economia dei dati, delle telecomunicazioni, dei settori finanziari e dell’editoria, nonché esperti e accademici, l’indagine ha portato alla definizione di undici raccomandazioni di policy e linee guida condivise tra le autorità e finalizzate alla tutela delle persone, tra le quali anche quella che ribadisce l’importanza della collaborazione tra AGCOM, AGCM e Garante con l’istituzione di un coordinamento permanente.
Le norme
Prima raccomandazione, rivolta a Governo e Parlamento, riguarda la necessità di promuovere un appropriato quadro normativo che “affronti la questione della piena ed effettiva trasparenza nell’uso delle informazioni personali (nei confronti dei singoli e della collettività)”, vista la raccolta dati e la profilazione algoritmica che comporta “nuove concentrazioni di potere, inteso non solo come ‘potere di mercato’, ma più in generale come potere economico e potere tout court, interessando i diritti fondamentali, i profili concorrenziali, il pluralismo e la stessa tenuta dei sistemi democratici”.
Sono auspicabili anche “iniziative legislative volte ad assicurare alle autorità indipendenti preposte alla tutela del pluralismo, poteri di audit e di inspection circa la profilazione algoritmica ai fini della selezione delle informazioni e dei contenuti, nonché in relazione agli esiti dell’applicazione delle policy e delle regole che le piattaforme digitali globali si sono date in tema di rimozione di informazioni false o di hate speech”.
Evidenziata anche la necessità di riformare il controllo delle operazioni di concentrazioni al fine di aumentare l’efficacia dell’intervento delle autorità di concorrenza.
Le policy
La raccomandazione numero tre del documento è di promuovere una “policy unica e trasparente circa l’estrazione, l’accessibilità e l’utilizzo dei dati pubblici al fine della determinazione di politiche pubbliche a vantaggio di imprese e cittadini”. Policy che dovrà necessariamente vedere un coordinamento con strategie europee già esistenti per la costituzione di un mercato unico digitale.
Le raccomandazioni
Al punto sei della lista, a tutela della protezione dei dati, si raccomanda ai titolari del trattamento che intendono usare Big Data di valutare se un utente possa essere ragionevolmente identificato grazie alla serie di dati “anonimizzata” utilizzata in fase di analisi.
Attenzione è riportata anche sul tema consapevolezza, visto che si raccomanda di “ridurre le asimmetrie informative tra utenti e operatori digitali, nella fase di raccolta dei dati, nonché tra le grandi piattaforme digitali e gli altri operatori che di tali piattaforme si avvalgono”. In sostanza si invita a individuare un metodo efficace a far comprendere all’utente la relazione tra servizio (spesso gratuito) e cessione dei dati, ovvero pagamento in dati.
Il punto sette delle linee guida ricorda l’importanza del perseguire “l’obiettivo di tutela del benessere del consumatore con l’ausilio degli strumenti del diritto antitrust estendendoli anche alla valutazione di obiettivi relativi alla qualità dei servizi, all’innovazione e all’equità”.
Gli strumenti
Tra gli strumenti suggeriti nelle linee guida, quelli finalizzati alla promozione del pluralismo on line, della trasparenza nella selezione dei contenuti, nonché della consapevolezza degli utenti circa i contenuti e le informazioni ricevute on line.
Focus anche sulla portabilità e la mobilità di dati tra diverse piattaforme, tramite l’adozione di standard aperti e interoperabili che possano “favorire lo sviluppo della competizione nei vari ambiti di valorizzazione economica del dato e, di conseguenza, una più efficace tutela del consumatore/utente”.
Tra gli strumenti previsti anche il “rafforzamento dei poteri di acquisizione delle informazioni da parte di AGCM e AGCOM al di fuori dei procedimenti istruttori e l’aumento del massimo edittale per le sanzioni al fine di garantire un efficace effetto deterrente delle norme a tutela del consumatore”.
Ultimo degli strumenti, ma probabilmente tra i più importanti ed efficaci, quello previsto al punto due: “rafforzare la cooperazione internazionale sul disegno di policy per il governo dei Big Data”. Perché se è vero che norme e policy nazionali sono importanti, è insieme ad altri Paesi che si può incidere su temi come questi.
Sonia Montegiove