“Sono poche le tecnologie emergenti veramente in grado di superare la realtà e le limitazioni del mondo fisico. AR, MR e VR cambiano concretamente il modo in cui le persone interagiscono e percepiscono la realtà“. È questa l’introduzione a loro dedicata nel White Paper di Engineering di recente pubblicazione “Augmented, Mixed e Virtual Reality. Dove i mondi reali e virtuali si incontrano”, che, nella parte introduttiva, dà una definizione esatta delle tre, spesso confuse tra di loro
AR, MR e VR sono tecnologie ormai mature, applicate in numerosi contesti e con investimenti in ascesa (e destinati a salire ancora), riformulano i processi industriali e migliorano l’efficienza generale, aumentando la percezione dell’ambiente circostante, l’esperienza e la sicurezza dell’utente.
Perché utilizzare AR, VR e MR?
Pensate inizialmente come tecnologie da poter utilizzare soprattutto nell’ambito dei videogiochi, Realtà Aumentata, Mista e Virtuale possono essere applicate con successo a diversi processi aziendali, con vantaggi che vanno dall’incremento degli standard di salute e di sicurezza all’acquisizione di nuove competenze, alla più facile diffusione del know-how aziendale, al rafforzamento della collaborazione tra le persone impiegate nei team di progetto.
Ridisegnando i processi, AR, MR e VR possono contribuire non solo alla riduzione dei costi, ma alla profonda trasformazione dei modi di apprendere, fare assistenza, fruire di informazioni, dare supporto a colleghi o clienti.
Quali le componenti necessarie?
Realtà Aumentata, Mista e Virtuale sono applicabili grazie alla combinazione di dispositivi hardware per la visualizzazione delle informazioni, quali per esempio display head-mounted (HMD), smartphone o tablet, nonché altri dispositivi di input come sensori, fotocamere, giroscopi, eccetera.
Oltre alla componentistica hardware, per implementare le tecnologie sono necessarie applicazioni software che trasformano dati in immagini 2D o 3D, oltre a server web e Cloud remoti necessari a memorizzare dati e informazioni correlate.
Quando collaborazione, manutenzione e formazione si possono dire “aumentate”?
Tre sono gli ambiti applicativi in cui l’utilizzo di Realtà Aumentata, Mista o Virtuale fanno la differenza e che sono citati, a titolo esemplificativo, nel paper.
Collaboration
Grazie alla condivisione e manipolazione di contenuti fra più utenti e alla possibilità di interagire in tempo reale, l’Extended Collaboration consente agli utenti di collaborare in modo più semplice, anche se geograficamente a distanza. In particolare, si possono registrare vantaggi nel Field Service Management, ovvero in tutte quelle attività volte a supportare la forza lavoro che opera sul campo, presso i clienti, su asset o sulle reti tecniche, oppure all’interno di strutture e impianti di produzione. Oltre a migliorare gli standard di sicurezza, l’efficienza generale e la qualità delle attività eseguite, grazie alla collaborazione virtuale è possibile ridurre il margine di errore e il tempo necessario per completare il lavoro.
Maintenance
L’Extended Maintenance, grazie alla quale è possibile mostrare su appositi device (come HMD, tablet o smartphone) informazioni aggiuntive riferite a un oggetto che si sta inquadrando, migliora la qualità del lavoro dei tecnici addetti alla manutenzione, consentendo lo svolgimento di attività di assemblaggio e manutenzione in ambienti industriali in tempi più rapidi e in sicurezza. È proprio negli ambiti i cui processi manutentivi risultano particolarmente complessi che l’AR va a integrare le competenze dei tecnici, mettendo a disposizione procedure passo-passo e tutta la documentazione necessaria (anche multimediale) a svolgere il lavoro con elevati standard di qualità.
Training
Ulteriore ambito di applicazione, in cui a fare la differenza non sono soltanto la disponibilità di documentazione specifica e l’assistenza di esperti, ma anche la possibilità di vedere la realtà arricchita da dati, è quello del training. L’Extended Training è particolarmente efficace nel caso di simulazioni di contesti complessi o costosi da ricreare nella pratica, in cui l’ambiente ricostruito in modo virtuale consente la piena immersione degli utenti, che possono mettere in pratica quanto appreso durante la formazione o simulare un’attività. Questo tipo di formazione permette ai dipendenti di acquisire meglio e più velocemente le competenze necessarie sul campo, basandosi non solo su indicazioni teoriche da contestualizzare, ma su esperienze concrete.