Secondo IDC se le aziende non rinnoveranno l’ecosistema fisico dei data center potrebbero andare incontro a una serie di disfunzioni nei servizi digitali, visto che sono proprio i data center ad abilitare accelerazione e rapidità, competitività e raggiungimento dei target di mercato, e a garantire il supporto per workload di nuova generazione come l’IoT, il machine learning, il cognitive computing e la realtà aumentata.
Nei prossimi due anni una ricerca IDC prevede che il 30% delle medie e grandi aziende andrà incontro a disfunzioni nei servizi IT a causa del “mismatch” tra potenza erogabile e carico di lavoro provocato dal gap di obsolescenza delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT. E vista la criticità del ruolo dei data center, ogni malfunzionamento si tradurrà in un’interruzione dei servizi digitali aziendali con serie ripercussioni per il business. Fabio Rizzotto, senior research & consulting director di IDC Italia, ha così tracciato l’evoluzione dei data center.
Quale il gap di obsolescenza nei data center? Quali i rischi connessi?
“Secondo le analisi IDC a livello globale e nazionale le aziende hanno accelerato negli ultimi anni l’adozione di nuovi paradigmi IT come virtualizzazione, IT automation, convergenza, software-defined, ecc. ma i benefici raggiunti in questa sfera rischiano non solo di non amplificarsi in modo significativo sul business, bensì di mettere più a nudo la carenza di approcci sinergici con tutto l’ecosistema data center fatto di asset, componenti fisiche, gestione degli spazi, sistemi di power & cooling e così via. La pressione che nuovi workload, speed of delivery e business availability stanno ponendo, rischia di non trovare soluzione organica senza una visione allargata al data center che includa nei processi di trasformazione anche discipline legate all’infrastruttura fisica. Il rischio? Un gap di obsolescenza interno alla sfera data center tra queste due anime – fisica e IT – che può creare disfunzioni e downtime dei servizi, come affermato dalle recenti IDC Worldwide Datacenter Predictions 2017.“
Come i data center dovrebbero evolvere a fronte della trasformazione digitale?
“L’innovazione e l’intelligenza digitale sempre più integrate nelle soluzioni IT e fisiche pongono le basi per la visione potenziale di un data center come ambiente altamente automatizzato e dinamico. Nuove regole di costruzione e adeguamento, sistemi di monitoraggio dinamico e real-time delle operazioni (tramite ad esempio soluzioni DCIM – Data Center Infrastructure Management), remote visibility, standardizzazione, ottimizzazione energetica, capacity planning ecc. sono pratiche che dovrebbero accompagnare i percorsi di innovazione delle aziende e strutturarsi come vere e proprie competenze aziendali. La complessità è elevata ma IDC ritiene che siano parte di un percorso di affermazione della competitività di ogni azienda nei nuovi ecosistemi digitali.
Più recentemente, a influenzare le logiche di sviluppo data center si è aggiunto anche il paradigma Edge Computing, un concetto che interviene come percorso evolutivo delle stesse architetture data center alla luce della trasformazione delle logiche di erogazione e gestione dei workload digitali (ad esempio in chiave IoT). Nuovi endpoint, nuove esigenze di gestione dati a bassa o zero latenza, nuovi requisiti che vanno a delineare nel mosaico di alternative che le aziende devono valutare tra scelte centralizzate e soluzioni di prossimità, localized.“
Cosa maggiormente richiederà un adeguamento delle infrastrutture attuali?
“Fattori quali sicurezza, esigenze di business continuity e disaster recovery, velocità e flessibilità per nuovi sviluppi digitali sono driver significativi per sostenere l’adeguamento delle infrastrutture attuali.“
Quale il ruolo del cloud?
“Il cloud si è caratterizzato come fattore chiave per abilitare un tessuto di architetture e servizi in linea con le nuove regole dell’economia. Questo ha aperto la strada a una diversificazione delle logiche che in passato vedevano i workload oscillare prevalentemente tra due estremi, da un lato la gestione interna dall’altro logiche di esternalizzazione verso Service Provider. Sia nella prima che nella seconda sfera il cloud ha già contaminato gli ambienti trasformando rispettivamente IT e data center interni in logica private e al tempo stesso stravolgendo i servizi di outsourcing.
In futuro è ragionevole attendersi un consolidamento degli ambienti distribuiti, hybrid o diversified, con attenzione crescente alla flessibilità necessaria per consentire trasferimenti dinamici di dati e processi, governati e coordinati con strumenti di orchestration e management. Anche qui sfida complessa, date le complessità tecnologiche, di privacy e data management, di interfacce e apertura tra ambienti proprietari e non, solo per fare degli esempi.
Il cloud avrà quindi un ruolo importante con e nella evoluzione del data center.“