SOCIETY | 7 Set 2017

Data Journalism per tutti? Intervista a Crina Boros

Crina Boros, data journalist del gruppo indipendente Investigate Europe, spiega il ruolo dei dati nel giornalismo

Nove giornalisti europei si uniscono a formare un network – Investigate Europe – con l’obiettivo di condurre inchieste e ricerche che, proprio perché riferite a uno stesso tema trattato su Paesi diversi, possono evidenziare una problematica comune o suggerire una risoluzione unitaria. Il risultato è un insieme di servizi indipendenti che non si fermano alle frontiere nazionali e nascondono un lavoro di squadra che non può prescindere dall’individuare un comune metodo di ricerca, dal confrontarsi periodicamente e condividere tutte le informazioni trovate e dall’usare strumenti utili a fare tutto questo stando a km di distanza, visto che chi scrive vive in Francia, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Polonia, Portogallo e Gran Bretagna. In inchieste di questo tipo però a farla da padrone sono proprio i dati. Perché sono questi che si cercano e su questi si ragiona per ricostruire una verità non conosciuta.

L’analisi dei dati – afferma Crina Boros, data journalist del gruppo – è nel nostro lavoro una cosa di routine già da molti anni. La necessità di lavorare con i dati nasce dal fatto che questi sono ottimi mezzi per comprendere se un problema è ricorrente e quanto lo è ma anche per proteggere una fonte vulnerabile. Una delle nostre indagini di tipo “data-driven”, per fare un esempio, è quella riferita all’utilizzo della Commissione Europea di sovvenzioni di ricerca per progetti di difesa e sicurezza. In quel caso abbiamo spulciato i database esistenti incrociandoli con tabelle che ci creavamo grazie alle informazioni raccolte da siti o documenti e che solo apparentemente erano di tipo testuale. Per rafforzare le nostre scoperte abbiamo poi utilizzato interviste e Freedom of Information logs. Tutto il materiale raccolto e rielaborato porta a sostenere quanto abbiamo scritto poi nell’inchiesta.

Quale tipo di dati è più difficile da trovare e perché?

La difficoltà nel reperire dati varia da Paese a Paese ma, in generale, dati completi non sono facili da trovare in quanto non disponibili. Lasciando da parte le informazioni personali, che devono essere protette nella maggior parte dei casi, le istituzioni pubbliche cercano di prevenire il controllo dei cittadini  pubblicando informazioni parziali. Il motivo? La trasparenza ha un prezzo e io devo ancora vedere un Governo che la sceglie se non c’è qualcuno che lotta per averla. Come giornalista credo, proprio per il nostro ruolo di controllo su ciò che ci circonda, che non possiamo abbassare la guarda e rinunciare a lottare per conoscere l’operato di chi poi ha la facoltà di incidere sulle nostre vite. E in questa lotta i dati sono alleati strategici.

Non solo i dati della PA sono da monitorare, ma lo sono anche quelli aziendali o che riguardano il no-profit nel momento in cui si intersecano con la spesa pubblica, l’interesse collettivo o riguardano temi di interesse comune. Anche la Chiesa ritengo che debba essere oggetto di attenzione rispetto al cosa fa, ma per fare tutto questo c’è bisogno di una forte volontà politica.

Open Data sono importanti per cittadini e giornalisti?

Come potrebbero non esserlo? Per quanto sappiamo, quello che abbiamo a disposizione è solo una parte del tutto; finché non cominciamo a fare le domande giuste, a concentrarci più su ciò che i dati rappresentano piuttosto che sul come sono stati raccolti, se non siamo disponibili a cercarne i difetti e a confrontarli con altri grandi quantità di dati, non riusciremo mai a rappresentare la verità. E se decidessimo di fare tutto questo, come gli Open Data potrebbero non essere utili?

Quale tipo di dati ritiene siano più interessanti da avere a disposizione in Open Data?

Tutti quelli che ancora non abbiamo.

Perché ci sono ancora così pochi Data Journalist?

Non so se siamo in pochi. Credo che il data crunching dovrebbe essere nella cassetta degli attrezzi di ogni giornalista piuttosto che una cosa per pochi. Nelle redazioni l’uso di strumenti nuovi doveva essere l’evoluzione naturale del giornalismo investigativo. Tuttavia ancora in pochi hanno compreso che l’analisi dei dati sia un modo nuovo per ricostruire storie e leggere la realtà. Quando il data crunching sarà considerato parte integrante del lavoro di documentazione della verità per tutti i giornalisti allora tutti diventeranno Data Journalist.