SOCIETY | 23 Ott 2018

Dati e OpenStreetMap per arginare il rischio ambientale

Dai terremoti alle piccole emergenze quotidiane, il ruolo del più grande database di dati geografici liberi al mondo

L’Italia è un Paese con poca memoria. Questo leggiamo ogni tanto sui giornali a breve distanza da eventi calamitosi importanti. Gli italiani sono eccellenti nei momenti d’emergenza, ma passata quella si dimenticano del quotidiano. Un quotidiano fatto di prevenzione, di grandi lavori ma anche di piccoli e non meno importanti.

Una sigla praticamente sconosciuta ai più in Italia è DRR che sta per Disaster Risk Reduction, ovvero quella serie di azioni (o approccio sistematico, come si legge nell’articolo Wikipedia in inglese) che mirano a identificare, quantificare e ridurre il rischio di disastri. La prima parte di questo processo è quindi la raccolta di informazioni.

Se è abbastanza chiara la fonte di possibile disastri, l’origine spesso è data da una serie di cause o eventi contemporanei. Se nello scenario di rischio vengono valutati solo alcuni dei possibili fattori scatenanti, magari per ignoranza dell’esistenza di alcuni di essi, la valutazione può risultarne stravolta e sottostimata o neppur presa in considerazione.

Dati e Disaster Risk Reduction

Generalmente i dati per analizzare simili scenari sono molti, di diverse categorie, da molteplici fonti, con diversi formati dati (e spesso con licenze d’uso non compatibili fra loro). Aggiungiamoci a volte anche la difficoltà di trovare i dati pubblicati chissà su quale sito.

Dopo questa prima fase c’è l’analisi, le azioni da compiere per ridurre il rischio e non meno importante la comunicazione e sensibilizzazione della popolazione. Ma ci soffermeremo qui in particolare sulla raccolta delle informazioni.

Perché OpenStreetMap?

OpenStreetMap (OSM), progetto basato sul crowdsourcing che alimenta il più grande database di dati geografici liberi al mondo, coi suoi oltre 14 anni di vita è oramai una realtà che non va mai trascurata quando si parla di informazione territoriale.

Parliamo di database prima che di mappe, perché OpenStreetMap permette a chiunque e gratuitamente di scaricare porzioni piccole (o anche il mondo intero) del proprio database; questo in molteplici formati a seconda della conoscenza tecnica dell’utente.

Quali dati presenti in OpenStreetMap sono utili nel campo del rischio ambientale?

Moltissimi, anche perché gli eventi hanno ricadute ed effetti collaterali. Su OSM si possono trovare insediamenti industriali, il grafo idrografico, stradale e la sentieristica, limiti di peso e sagoma su strade ponti e gallerie, linee elettriche, scuole, ospedali e ricoveri per anziani, ma anche piazzole per elicotteri, campi sportivi e aree per decolli di emergenza o per aree di ammassamento, ecc.

E il tutto con copertura mondiale, nella stessa proiezione geografica e disponibile 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Pensate ai terremoti dell’Italia centrale del 2016 che hanno colpito 4 regioni: minimo c’erano 4 Carte Tecniche Regionali (CTR) da “appiccicare”, solo per gli strati informativi di base. E nel caso di evento a cavallo di stati diversi è anche peggio.

Oltre ai grandi rischi OpenStreetMap è utile anche per le piccole emergenze quotidiane. È infatti possibile inserire o cercare defibrillatori, idranti o numeri civici (tanto utili a 118 e VVF). E app che utilizzano i dati OSM sono sempre più negli smartphone degli operatori del soccorso o nei GPS del Soccorso Alpino.

Dati affidabili?

Il primo interrogativo che viene posto è sulla validazione/affidabilità dei dati. Ma se i dati provengono al 98% dai singoli contributori, quale affidabilità ho? Il sistema non è in balia dei vandali?

Diversi studi affermano che la qualità generale dei dati è generalmente buona. Ovviamente sia la copertura che la qualità non è eterogenea, ma esistono numerosi sistemi di monitoraggio attività e di controllo qualità. Inoltre aziende più o meno grosse che generano business coi dati OSM hanno al loro interno team che svolgono le stesse attività dei mappatori volontari. E parliamo di aziende del calibro di Mapbox ma anche Facebook, Microsoft, Apple (tutte presenti con loro interventi alla recente conferenza mondiale della comunità OSM “State of the Map 2018”, tenutasi lo scorso luglio al Politecnico di Milano).

Il database OSM è anche estremamente robusto. Basato su un DB PostgreSQL con estensioni PostGIS e replicato in diverse aree del pianeta, mantiene la cronologia di tutti gli oggetti permettendo un rapido rollback di oggetti o di interi set di upload (detti changeset).

I vantaggi sono notevoli. La velocità di aggiornamento del database è in tempo reale. Le numerosissime app e software di editing permettono l’interazione a diversi livelli di complessità, passando dai sistemi GIS professionali alle app con meccanismi di gamification, quali ad esempio StreetComplete.

Il dettaglio con cui si può descrivere un oggetto è notevole. In alcuni casi per ottenere le medesime informazioni su un oggetto tramite CTR o DB Topografico occorre incrociare almeno un altro paio di dabatase.


Esempio di proprietà di un arco stradale

La comunità di sviluppatori mondiale rende disponibili, quasi sempre a sorgente aperto e gratuiti, una pletora di strumenti per maneggiare, filtrare o utilzzare i dati OSM. Gli stessi dati sono disponibili per il download in formati differenti, dal formato nativo XML allo Shapefile, al recente Geopackage.

Un paio di siti per il download sono Geofabrik e il servizio di Wikimedia Italia che per il nostro Paese aggiorna quotidianamente gli estratti delle singole regioni e comuni.

Nel caso di campagne di mappatura preventiva o di intervento post evento esistono strumenti di coordinamento dei volontari che suddividono l’area di intervento in piccoli riquadri e che permettono la visualizzazione automatica in overlay di immagini satellitari post evento, appena queste sono disponibili.

Nell’immagine seguente una esercitazione di demo tenuta ai primi di ottobre in occasione di un meeting a Bruxelles per il progetto V-IOLA sul tema del Disaster Risk Reduction e Capacity Building a cui Wikimedia Italia partecipa assieme al Dipartimento di Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, ANPAS, CISOM e altri partner stranieri.


Il Tasking Manager utilizzato per coordinare l’attività di moltissimi mappatori

Per entrare nell’universo OSM ci sono alcune risorse documentali e numerosi tutorial e videoguide. Il primo passo è avere chiari i limiti e le possibilità dettati dalle licenze d’uso. Chi desidera contribuire al progetto può partire dalla guida passo passo o entrare nella wiki (completa ma un po’ dispersiva). Chi è interessato all’utilizzo business troverà qui informazioni interessanti.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare Wikimedia Italia, il Capitolo italiano della OpenStreetMap Foundation.

OpenStreetMap rappresenta decisamente un approccio bottom-up all’informazione geografica. Si può ancora fare finta che questa realtà non esista o iniziare a capire quali benefici possa portare. Sicuramente in questo mondo sempre più complesso non possiamo proseguire pensando “ma si è sempre fatto così”.


Alessandro Palmas