“See the future first”, ovvero essere innovatori in ambito finanziario per anticipare le tendenze e guadagnare in competitività. Questo il motto adottato da Deus Technology e raccontato dal suo Responsabile Marketing Strategico Pasquale Orlando.
“Le banche – afferma Orlando – devono introdurre tecnologie necessarie ad automatizzare il più possibile una serie di processi che sono ancora molto molto manuali e devono sposare la Data Analytics e l’Intelligenza Artificiale per supportare i consulenti finanziari e quindi estendere i servizi offerti. La nostra piattaforma, RoboAdvisory, tramite un modello data-driven basato su Data Analytics, consente di generare proposte specifiche per ogni tipologia di clientela”.
Perché il dato è così importante nell’erogazione di servizi finanziari?
“Non si possono utilizzare, come fatto finora, servizi basati solo su funzioni matematiche che tengono conto delle informazioni mandatorie e della normativa per un dare consigli su scelte complesse come quelle legate agli investimenti. Si deve rispondere a una realtà molto articolata, dove le scelte sono influenzate da molteplici fattori e che non possono prescindere da una conoscenza profonda del cliente che si può avere grazie alla Data Analytics“.
Quali sono i dati che si utilizzano per orientare le scelte delle persone negli investimenti?
“I dati da poter analizzare sono davvero tanti: si va dal mandato del cliente alla strategia che la banca intende adottare, ai limiti imposti dalla normativa, alle informazioni anagrafiche della persona che si ha davanti e che, per esempio, possono rappresentano la sua situazione familiare e, con questa, la sua propensione o meno al rischio. Ci sono poi i dati storici in possesso delle banche che, incrociati con quelli di mercato, rivelano molto di una persona. Se per esempio in un particolare momento di difficoltà del mercato si vede che un cliente vende, da lì possiamo capire di avere a che fare con una persona emotiva. A questi dati si possono aggiungere quelli degli investimenti presso altre banche oltre a quelli legati alla conoscenza diretta che il consulente finanziario ha del suo cliente. Tutto questo contribuisce a costruire una proposta di investimento ritagliata sulla persona. Questo modello, usato attualmente per gli investimenti, potrebbe essere applicato a molteplici altri bisogni e servizi, quali ad esempio mutui o polizze assicurative personali o auto o vita”.
Oltre ai consigli sugli investimenti, le piattaforme informatiche aiutano il monitoraggio dei clienti?
“Capita, una volta fatto l’investimento, che la persona venga lasciata sola e che non ci si accorga subito di alcuni parametri “fuori controllo”. Le piattaforme possono aiutare anche sotto questo aspetto, ovvero dando degli alert nel momento in cui alcuni parametri non sono più sotto controllo, come per esempio quando si ha un eccesso di liquidità sul conto o una strategia di investimento che si sta allontanando dalle aspettative dell’investitore o ancora una percentuale di rischio che si alza in modo inaspettato”.
Qual è la situazione attuale delle banche?
“Alle banche manca sicuramente la cultura del dato oltre a competenze interne proprio sulla Data Science. Spesso le banche dati bancarie sono divise, difficili da raggruppare, molto lontane dalla visione di data lake che invece si dovrebbe avere. Per questa ragione ritengo che la maggior parte dei dati disponibili non siano utilizzati al meglio. Siamo all’anno zero e questo vuol dire che ci sono grandi opportunità di crescita per gli istituti bancari. Oggi più che mai abbiamo bisogno di piattaforme informatiche che eroghino servizi finanziari e bancari”.
Quali le esperienze straniere da guardare con maggiore attenzione?
“Una esperienza che reputo molto interessante è quella di Number 26, banca di nuova generazione con sede in Germania, che offre servizi finanziari a clienti dell’Eurozona e che utilizza massicciamente il Data Analytics. Eroga servizi a 4 milioni di clienti, serve 29 Paesi e ha circa 1.000 dipendenti. Se vogliamo fare un raffronto con una banca di medie dimensioni italiane, possiamo dire che lavorando con un solo Paese e avendo una media di 2 milioni di clienti una banca nostrana ha quasi 7.000 dipendenti. Altra esperienza alla quale guardare è quella di BBVA, banca spagnola che ha investito molto sulla cultura del dato”.
Qual è il ruolo di chatbot e AI nel Fintech?
“Da quando la tecnologia si è evoluta nella parte conversational, la maggior parte dei servizi finanziari potrebbe passare da chatbot. Oggi le persone sono sempre più spinte a fare da sole, ma con i servizi finanziari è davvero difficile. Per questo l’Intelligenza Artificiale rappresenta un’ottima opportunità per le persone anche in questo settore”.
Sonia Montegiove