PEOPLE | 25 Gen 2018

Il dato conta anche nel commercio? Intervista a Luciano Gaiotti

La centralità del dato nelle imprese del terziario

“La capacità di raccogliere, analizzare e interpretare alcuni dati relativi all’attività d’impresa è fondamentale. Qualunque sia il settore in cui l’impresa opera”.

Nessun dubbio sulla centralità del dato per Luciano Gaiotti, direttore centrale di Confcommercio e consigliere d’amministrazione di Edi, startup dell’organizzazione nata per supportare le aziende nella trasformazione digitale.

“Se siamo in grado di comprendere, monitorare e rappresentare chiaramente l’andamento di alcune variabili, possiamo provare ad influenzarle. Altrimenti si rischia di essere trascinati dal business senza sapere bene dove stiamo andando”.

Volendo focalizzare l’attenzione sul commercio?

“Ancora oggi molti negozianti utilizzano l’incasso della giornata come indicatore, a volte unico, del successo del business. Purtroppo, non basta. È un indicatore troppo sintetico e non aiuta a trovare soluzioni né a capire gli effetti delle azioni che vengono messe in atto. I risultati della recente ricerca Digital Transformation Institute – Confcommercio confermano quanto emerso da una precedente ricerca focalizzata sul settore del commercio, da cui emergeva che il 43% dei negozianti tradizionali (quindi esclusa la GDO) non utilizza nessun indicatore di performance, quindi nemmeno l’incasso giornaliero. La stessa ricerca metteva in evidenza che pochissimi negozianti utilizzano metriche tipiche del retail organizzato come il fatturato al metro quadrato; solo il 10-15% monitora il tasso di conversione da visitatore a cliente e solamente il 10-20% monitora redditività e rotazione per categoria di prodotto. Non analizzare i dati significa molto spesso non essere consapevoli e quindi non intervenire in maniera tempestiva nelle situazioni problematiche. Una maggiore conoscenza e consapevolezza aiuta a cogliere tutti i possibili spazi per migliorare la profittabilità del negozio così come per ottimizzarne l’efficienza operativa”.

Quali gli ambiti nei quali l’attenzione al dato potrebbe aiutare le aziende a crescere?

“Gestire un negozio è un lavoro complesso che richiede competenze molto diverse. Oggi è ancora più difficile a causa della crisi economica e dei consumi, dei rapidi cambiamenti nei comportamenti di acquisto dei consumatori e, non ultimo, dei nuovi possibili modi di svolgere la propria attività attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali, che rende ancora più agguerrita la concorrenza. Se da un lato, infatti, il digitale rappresenta un’opportunità per estendere le leve competitive del negozio tradizionale, dall’altro genera e continuerà a generare nuovi concorrenti.

Le tecnologie digitali rappresentano certamente un valido supporto per diventare più analitici. Gli strumenti gestionali, i fogli di calcolo, i software di cassa evoluti (alcuni già presenti nei negozi ma per i quali esiste un gap nella formazione al loro utilizzo) sono strumenti utilissimi per raccogliere i dati più importanti, per correlarli e rappresentarli”.

Quale il ruolo delle associazioni come Confcommercio nella digital transformation delle imprese?

“Confcommercio è da sempre impegnata nell’assistenza e nello sviluppo delle imprese del terziario con molteplici iniziative che spaziano dalla rappresentanza sindacale alla fornitura di servizi alle imprese. In particolare, per aiutare le imprese a migliorare la propria performance l’associazione ha dato vita a una collana denominata Le Bussole, una linea di pubblicazioni operative, in formato di manuale, focalizzate sul core business delle imprese dei vari settori.

Ogni manuale è dedicato ad una determinata tipologia d’impresa – un negozio al dettaglio, un bar, un ristorante, un albergo – e approfondisce le competenze manageriali, di marketing, di pianificazione, di gestione del personale e dei meccanismi di funzionamento e di redditività del business. Ampio spazio è dedicato alla misurazione della performance dell’impresa, prendendo in considerazione gli indicatori specifici del settore, costruiti per riflettere al meglio le specificità del business, fornendo esempi concreti di lettura degli stessi e conseguenti azioni da mettere in atto. Inoltre, a complemento della collana di manuali, presso le strutture territoriali dell’associazione, vengono organizzati corsi di formazione dedicati agli imprenditori o a chi intende diventarlo, per aumentare il livello di conoscenza e di consapevolezza”.

Sonia Montegiove