CHE COS’È
Open Data, anche detto in italiano dato aperto, è secondo la Open Knowledge Foundation “il dato che chiunque è libero di usare, riusare e ridistribuire essendo soggetto, al massimo, al requisito di attribuzione e/o condivisione allo stesso modo”.
PERCHÈ SI USA
Open Data si usa per curare diverse patologie:
Corruzione. La trasparenza del dato (in particolare se riguarda imprese, enti pubblici e privati) come è stato scientificamente (purtroppo poco ampiamente, ndr) dimostrato ostacola “movimenti strani”: “mettere i dati sotto gli occhi di tutti evidenza le discrasia ed enfatizza le discrepanze”.
Ignoranza. L’apertura dei dati dovrebbe favorire la conoscenza, l’approfondimento, la non superficialità tipici del dato che, come il caldo, sono quelli “percepiti” e non misurati. La pubblicazione del dato grezzo dovrebbe incoraggiare le persone a leggere, capire, interpretare, analizzare. Non solo a fidarsi di come altri vedono, interpretano e raccontano un’informazione.
Accentramento del potere. Gli Open Data pubblicati dalle Pubbliche Amministrazioni portano le persone a partecipare proattivamente alla cosa pubblica, a interessarsi di quanto avviene e soprattutto a farsi parte attiva nel processo di continuo miglioramento che dovrebbe esserci all’interno degli Enti.
Disservizi e inefficienza. La lettura di un dato porta a valutazione dell’efficienza o meno di un servizio reso da una PA, da un ente, da un’associazione, da un’azienda con il fine di portare dei correttivi rispetto a quanto non funziona o funziona male.
Immobilismo. Attraverso l’uso di Open Data le imprese, le associazioni, ma anche le stesse PA possono costruire (e mettere sul mercato nel caso delle aziende) servizi nuovi che possano essere di interesse collettivo.
QUANDO NON DEVE ESSERE USATO
Evitare l’uso di Open Data qualora ci si voglia rilassare e si voglia placare l’ansia. In questo caso è preferibile ricorrere al generico storytelling positivo sull’operato di PA, imprese, associazioni, possibilmente da selezionare tra quello privo a riferimenti reali, numeri, evidenze. L’uso di Open Data, infatti, mettendo a disposizione di tutti strumenti facili di conoscenza e comprensione dei fenomeni, risulta tanto più dannoso quanto più i dati reali si discostano da quelli che si vogliono cucinare e dare in pasto ad altri.
Open Data è da evitare in tutti i casi in cui non si voglia partecipare, quando si preferisca una finta trasparenza ad una collaborazione da cittadini attivi, quando non si voglia condividere la gestione della cosa pubblica. In particolare in periodo elettorale l’uso di Open Data mette in serio pericolo la capacità di seguire incoscientemente gli altri, fidarsi e affidarsi alle parole di chi racconta piuttosto che di chi dimostra.
Evitare accuratamente l’uso di Open Data nel caso in cui non si voglia conoscere cose che non si vogliono sapere, qualora non ci sia interesse all’operato onesto e chiaro di aziende, associazioni, enti.
COSA PUÒ MODIFICARE L’EFFETTO DEL FARMACO
La collaborazione da parte di chi legge i dati, il desiderio di contribuire al miglioramento di un processo attraverso l’analisi del dato e il riuso del dato a favore di altri possono influire in modo considerevole sugli effetti di Open Data, andandone a incrementare l’efficacia.
COME USARE QUESTO MEDICINALE
Quanto
Open Data può essere assunto in quantità considerevoli. Non è dannoso per la salute (tranne nei casi descritti al punto “Quando non deve essere usato”).
Quando e per quanto tempo
Open Data deve essere assunto con regolarità, anche in piccole dosi per lungo tempo. I benefici della lettura e analisi dei dati, infatti, non possono essere immediati ma possono riscontrarsi dopo un periodo medio-lungo, utile a comprendere l’evolvere di un fenomeno. L’efficacia del principio attivo, inoltre, si manifesta a fronte di un assunzione sistemica. Se assunto correttamente crea dipendenza nel cittadino.
Come
Open Data può essere preso in qualunque momento della giornata, della settimana, del mese, dell’anno. È ideale se letto come dato grezzo, non “cucinato” da altri, non precotto, non masticato. È ideale se consumato e riusato con licenza e formato aperto che ne consentono la circolazione e quindi l’ampliamento del patrimonio informativo pubblico.
COSA FARE SE AVETE PRESO UNA DOSE ECCESSIVA DEL FARMACO
Nel caso gli Open Data diventino scomodi e creino acidità di stomaco dovuta ad un eccesso di informazione realistica su come gira il mondo, basterà sospenderne con decorrenza immediata il consumo tornando a bearsi dell’immancabile storytelling precotto che altri sicuramente metteranno a disposizione.
INTERAZIONI CON ALTRI FARMACI
L’Open Data produce effetti positivi se usato in combinazione con partecipazione e collaborazione, dei quali rappresenta un catalizzatore. Può essere assunto unitamente ad altre misure anticorruzione per rafforzare l’effetto della cura ed aumentarne l’efficacia. Non entra in conflitto con altri principi attivi.
EFFETTI INDESIDERATI
Gastrite, irritabilità, forte acidità di stomaco, dolori addominali nei soggetti sensibili all’informazione senza filtri. Qualora la cosa diventi intollerabile si consiglia la sospensione del farmaco per tornare alla serenità che solo un’informazione edulcorata può dare.
Sonia Montegiove – Stefano Epifani