TECH | 1 Ott 2019

Energia e digitale nel 2030: un decennio di discontinuità

Come cambierà nei prossimi dieci anni il settore energetico secondo la ricerca Energia 2030?

Una delle principali indicazioni della ricerca Energia 2030 è che il prossimo decennio rappresenterà per il settore energetico una fase di accelerazione del cambiamento e discontinuità. Assieme allo sviluppo dei sistemi di accumulo e delle reti intelligenti, le innovazioni più dirompenti verranno rappresentate dalla digitalizzazione dei sistemi di distribuzione e dal roll out dei contatori elettrici smart di seconda generazione. La digitalizzazione sempre più avanzata del settore, dunque, sarà al centro della transizione energetica, indispensabile per le impellenti esigenze di sostenibilità ambientale.

La ricerca previsionale, che si è avvalsa del sostegno di aziende di primaria importanza quali Edison, Enel, Engineering, Erg e Terna, si è svolta nel primo semestre del 2019 ed è stata scandita da un ciclo di tre seminari, durante i quali un qualificato panel di esperti ha elaborato lo scenario, avvalendosi di una variante del metodo Delphi.

I cambiamenti tecnologici

Efficienza digitale. La digitalizzazione della distribuzione e della crescente fruizione dell’energia elettrica, ad esempio, creerà benefici diffusi. Grazie all’“efficienza digitale” si avrà l’opportunità di ridurre sostanzialmente le emissioni in molti ambiti, tra cui lo stesso settore energetico, i trasporti, la salute, gli edifici, l’agricoltura, l’educazione e la produzione industriale.

Innovazione organizzativa. Il processo di evoluzione in corso del sistema energetico nazionale ed europeo interesserà, oltre alla parte infrastrutturale delle reti, soprattutto i sistemi di gestione delle reti stesse: queste, in un’ottica di smart grid e di reti energetiche integrate, saranno in grado di gestire e monitorare, con elevata flessibilità, le unità di generazione, trasmissione, distribuzione e usi finali dell’energia elettrica. Le reti di distribuzione, grazie alle soluzioni di tipo smart, raccoglieranno la sfida rappresentata da un elevato livello di generazione distribuita, in particolare di tipo fotovoltaico.

Diventare smart. Lo sviluppo delle smart grid svolgerà un ruolo chiave per l’efficiente integrazione nella rete elettrica delle crescenti quote di produzione provenienti da fonti energetiche rinnovabili (Fer) in buona parte intermittenti, come eolico e fotovoltaico, e quindi per il raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione. La digitalizzazione, inoltre, consentirà di incrementare l’indice di affidabilità degli impianti di generazione elettrica da Fer (manutenzione predittiva, diagnostica avanzata, self-reparing).

Smart building, Smart City, smart car. La digitalizzazione consentirà di utilizzare strumenti utili per la progettazione degli edifici attraverso appositi software per progettare e gestire in modo efficiente gli immobili. Il prossimo decennio sarà anche quello del pieno avvento delle Smart City, città intelligenti in cui, in maniera integrata, il sistema connettivo delle città (rete trasporti, commercio, trasferimento dati, IoT, ecc.) dialogherà con i fruitori e i cittadini. Edifici e quartieri saranno sempre più “intelligenti” anche sul terreno dell’uso dell’energia. Grazie alla digitalizzazione, infatti, le reti energetiche intelligenti passeranno da una funzione di mera fornitura di energia ai centri di consumo alla capacità di scambiare energia con tali centri. La digitalizzazione dei sistemi elettrici, inoltre, aiuterà nei prossimi anni la diffusione della mobilità elettrica. La connessione dei veicoli elettrici alla rete delle telecomunicazioni (anch’essa in rapida evoluzione) avrà come implicazione il fatto che essi potranno offrire servizi alla rete elettrica (V2G).

Oltre il contatore. I progressi del digitale investiranno anche i comportamenti di consumo energetico delle singole persone. La rete post-contatore (fino a oggi “invisibile” per il fornitore tradizionale) sarà sempre più influenzata dall’evoluzione e dalla pervasività degli strumenti di IoT all’interno degli edifici. L’IoT renderà possibile l’avvento di un modello di uso dell’energia del tutto nuovo, focalizzato sul singolo consumatore anziché sul titolare di un punto di fornitura: verranno proposti servizi (come per esempio la ricarica di un device) indirizzati, grazie ai dati raccolti, a uno specifico fruitore, ma veicolati da un’infrastruttura eventualmente anche di terzi (un ristorante in cui si sta pranzando, per esempio).

I cambiamenti economici

A fronte delle nuove possibilità tecniche, rese possibili dai risultati delle ricerca energetica combinati con la crescente digitalizzazione, si verificheranno notevoli cambiamenti anche nella struttura economica del settore energetico.

Piattaforme e servizi. Il primo punto da porre in luce è che le imprese del settore reagiranno al mutamento disruptive introdotto dal digitale offrendo servizi in aggiunta o in sostituzione dell’energia pura e semplice come avviene oggi. Nel segmento downstream, la sfida più grande per i vendor sarà la capacità di trasformare gli attuali sistemi di Information Technology in vere e proprie piattaforme digitali, funzionali alla gestione del business, tanto tradizionale che innovativo. Per gli operatori tradizionali, d’altronde, anche l’utilizzo della loro piattaforma da parte di un soggetto terzo costituirà una nuova fonte di ricavo. La circolazione delle informazioni nella rete di distribuzione downstream, divenendo sempre più capillare e consentendo quindi la comprensione di come l’energia elettrica viene utilizzata all’interno delle abitazioni o delle piccole imprese, avrà lo stesso ruolo che la georeferenziazione ha avuto per la telefonia mobile come abilitatore e acceleratore nello sviluppo di servizi a valore aggiunto.

Velocità, efficienza, mobilità. La digitalizzazione favorirà la formulazione da parte delle aziende di servizi e offerte innovativi (efficienza energetica, demand side response, mobilità elettrica). L’ampliamento della rete downstream, in particolare, porterà la nascita di nuovi operatori che offriranno servizi a valore aggiunto. Con il digitale, inoltre, la competizione sarà in tempo reale: serviranno tempi di risposta rapidi, molto più di oggi, e la capacità di risposta alle esigenze di mercato determinerà la vita o la morte di parecchie aziende.

Confini porosi. Oltre che favorire le aggregazioni e stimolare la nascita di nuovi player, la digitalizzazione del settore energetico favorirà l’osmosi di attori con altre industry. Il digitale, infatti, consentirà un’enorme liquidità e libertà di movimento di tutti i soggetti. Renderà possibile a chiunque entrare nel settore con un livello di soglia molto basso sul fronte dell’elettricità. Molti servizi legati all’energia, ad esempio, verranno erogati da aziende IT, specialmente quelli legati ai Big Data.

Moltiplicazione di opportunità. Nel contesto di grande cambiamento dell’economia dell’energia, l’accesso privo di discriminazioni ai dati e alle informazioni sui consumi di energia e il parallelo sviluppo degli smart meter, diventeranno snodi centrali dei mercati al dettaglio competitivi. Per le aziende (venditori, energy service company e aggregatori) un accesso non discriminatorio alle informazioni e ai dati di prelievo dei consumatori – senza che vengano meno le garanzie di tutela della riservatezza e la sicurezza dei dati – sarà condizione indispensabile per lo sviluppo competitivo del mercato dei servizi, per l’efficienza energetica e per la gestione attiva della domanda. Uno degli effetti delle nuove potenzialità derivante dalla gestione dei dati sarà un aumento del numero dei player nel campo della distribuzione energetica.

Lepri e tartarughe. Numerose fra imprese del settore continueranno a fare molta fatica sulla valorizzazione delle opportunità date dal digitale, perché dovranno proporre soprattutto dispositivi IoT strettamente focalizzati sulla dimensione energetica (termostati, sensori di temperatura). Un’altra difficoltà riguarderà la cultura organizzativa di chi ha venduto finora una commodity e dovrà imparare a ideare e proporre servizi a valore aggiunto. Si muoveranno con molta più rapidità gli operatori del mondo digitale che, entrando nelle case grazie agli assistenti vocali, andranno a presidiare anche l’area dell’energia grazie alla flessibilità dei dispositivi già posizionati nell’abitazione. La capacità distintiva che questi player avranno, rispetto ai loro competitor, sarà quella di saper “presidiare” la casa, raccogliendo informazioni in base alle quali immaginare nuovi servizi.

Virtuali, industriali o verticali. Un altro modello di offerta in crescita sarà proposto da imprese molto “verticali” (come Tesla), che entreranno nelle case con lo storage e la ricarica delle batterie per i device domestici o per le auto. Nasceranno anche operatori commerciali virtuali, solo digitali, che si occuperanno di intermediazione di energia elettrica e servizi interni all’abitazione, a valle del contatore. In questo mercato avranno un ruolo rilevante anche i venditori di elettrodomestici (Samsung in primis), che si proporranno come gestori di servizi e sistemi domotici integrati. Questi soggetti troveranno il proprio vantaggio competitivo in una forte competenza sulla progettazione dei servizi che i dispositivi potranno offrire, ma avranno come punto debole la necessità che tutti i dispositivi siano dello stesso produttore.

Del panel di esperti della ricerca Energia 2030 hanno fatto parte: Luca Bragoli (Erg), Alfredo Camponeschi (Enel), Gian Piero Celata (Enea), Franco Del Manso (Unione Petrolifera), Sergio Ferraris (QualEnergia), Fabrizio Fontanesi (Engineering), Alberto Gallucci (Enel), Giambattista Guidi (Enea), Alessandro Lagostena (Erg), Mariano Marciano (Engineering), Gianni Silvestrini (Kyoto Club), Remo Giulio Vaudano (Cni), Roberto Venafro (Edison).