Fine 2019, tempo di bilanci, numeri e statistiche. Tempo di sguardi indietro per capire le cose che ci sono piaciute di più, quelle che abbiamo letto con maggiore interesse e che ci hanno fatto compagnia in questo anno. Quelle che abbiamo cercato per un interesse professionale o solo per curiosità, quelle che ci ha passato un collega o che abbiamo intercettato gettando uno sguardo alla timeline di Twitter. Lo avevamo fatto anche negli anni passati e lo riproponiamo per questo 2020, anno in cui Ingenium festeggerà il suo quarto anno di vita.
Tra le cose più apprezzate del 2019 le interviste alle persone che svolgono lavori nuovi e che, attraverso il racconto delle loro giornate e attività, ci hanno aiutato a comprendere come è cambiato il lavoro e il modo di lavorare. Interesse è stato anche suscitato da alcune tecnologie, sia quelle indubbiamente consolidate sia quelle più “modaiole”, quali Blockchain, Big Data e AI.
Questa la classifica dei articoli più letti dell’anno che sta per finire.
Hackathon anche nel 2019?
“Guardando all’anno che verrà – scrive Andrea Manieri all’inizio del 2019 – sono convinto che una delle parole più usate sarà hackathon“. Da quel 1999 a Calgary, in Canada, quando fu lanciato il primo evento di programmazione che prende questo nome, organizzato dalla community OpenBSD per accelerare lo sviluppo degli stack IPV6 e IPSEC nel sistema operativo, di tempo ne è passato. Ma c’è ancora grande interesse per eventi come questi, che lasciano spazio alla creatività, sviluppano ed esplorano nuove idee. Sarà così anche nel 2020?
Professionisti ICT: necessari ma non pervenuti
A richiamare lettori il tema lavoro e i dati del quarto Osservatorio delle competenze digitali 2018 sulle professioni ICT, che mostravano una crescita in Italia delle richieste di professionisti ICT (+19%) e di posti non coperti, visto che a fronte di un fabbisogno, nel triennio 2018-2020, che oscilla tra le 62mila unità nell’ipotesi conservativa e le 88mila unità nell’ipotesi espansiva, i livelli dell’offerta si attestavano a 72mila unità, con un gap di posti non occupati che va dai 10 ai 16mila. Nell’anno che verrà le cose andranno meglio?
Professione Data Scientist: storia di Michele Gabusi
Lavori sfidanti, persone competenti. A raccontare le giornate tipo, le sfide, le competenze, le persone che lavorano in Engineering e che riescono a descrivere bene nuove professioni come quelle del Data Scientist: “Fondamentalmente si tratta di esplorare ed elaborare dati per risolvere problemi e presentare nuove soluzioni. È un lavoro di squadra, in cui ciascuno per le proprie competenze scava in mezzo ai dati utilizzando metodi differenti, ma con uno scopo comune: estrarre valore da essi e produrre un vantaggio per il cliente”.
Professione Big Data Engineer: storia di Giuseppe Cancelliere
Una valigia di passione per Intelligenza Artificiale e Analytics uno tra gli strumenti indispensabili per un Big Data Engineer secondo Giuseppe Cancelliere. Insieme a questo il bisogno di “semplificare la vita a chi fa analisi dati”. Un lavoro nuovo, per il quale sono indubbiamente necessarie particolari competenze tecniche, ma anche un’attitudine a lavorare in gruppo, a condividere, confrontarsi, discutere con i colleghi oltre che studiare e approfondire sempre nuovi argomenti.
AI: ecco i trend per il 2019
L’Intelligenza Artificiale è sicuramente una delle tecnologie che più di altre ha interessato le persone nel corso del 2019. “L’85% dei CIO – si legge nel pezzo – piloterà programmi di Intelligenza Artificiale attraverso una combinazione di investimenti di acquisto, costruzione ed esternalizzazione”. I trend previsti per l’anno passato contraddistingueranno anche il 2020?
Il lavoro che verrà? Flessibile e sempre più connesso
Il 2019 ha confermato la trasformazione non solo delle professioni, ma anche del modo di lavorare, diventato più flessibile e orientato alla collaborazione, con ambienti aperti e altamente connessi. Un modo di lavorare che IDC prevede possa essere sposato entro il 2021 dal 60% delle aziende Global 2000 (le più grandi aziende quotate al mondo), che adottando un nuovo concetto di workspace, miglioreranno l’esperienza e la produttività dei dipendenti. Come sarà la spazio di lavoro del futuro?
Metadata volant, data manent
Una riflessione che, partendo dall’aforisma “simplicity is the ultimate sophistication”, erroneamente attribuita a Leonardo, fa una riflessione sulla possibilità di contraffazione non solo dei dati, ma anche dei metadati. “Abbiamo un dato, la frase stessa, e un metadato, la sua attribuzione. Il dato normalmente non cambia, non fosse altro per la pigrizia dei moderni amanuensi cibernetici, che copiaincollano più che ricopiare. Ma il metadato, che è tuttavia parte integrante dell’informazione, è cambiato, e con esso l’intera informazione costruita intorno al dato“.
Social network e cessione dati: è crisi?
La ricerca Retail Transformation, realizzata dal Digital Transformation Institute e dal CFMT in collaborazione con SWG e Assintel, rivela quanto le persone apprezzino i social network per la loro capacità di veicolare una grande quantità di informazioni, utili a scegliere con maggiore consapevolezza e celerità. Informazioni che però sono ritenute spesso poco affidabili e disorientanti. Complicato anche il rapporto con la tutela della privacy da parte degli utenti. Andrà diversamente il prossimo anno?
Blockchain chiama standard: intervista ad Andrea Caccia
Il presidente della Commissione UNI/CT 532 sul Blockchain, Andrea Caccia spiega perché è importante standardizzare una tecnologia sempre più diffusa come la Blockchain. L’importanza alla standardizzazione, riconosciuta in Europa dalla Risoluzione del Parlamento UE del 3 ottobre 2018 e dal lavoro che stanno svolgendo due dei tre Enti di standardizzazione riconosciuti a livello europeo, CEN e CENELEC, può svolgere un ruolo chiave e abilitante, perché cerca di dare una risposta a questioni come la garanzia di livelli di sicurezza adeguati.
Big Data tra privacy e desiderio di personalizzazione
Quanto sono conosciuti i Big Data e le loro opportunità? La ricerca Retail Transformation mette in evidenza una scarsa conoscenza da parte delle persone di questa tecnologia, associata spesso ad “analisi dei dati” e a “massiva quantità di dati“, ma rivela anche un crescente interesse verso le applicazioni dei Big Data. L’offerta di servizi personalizzati e gratuiti a fronte della cessione dei dati personali rimane questione non risolta e determina più d’una contraddizione nelle risposte. Come evolverà la situazione nel prossimo anno?