MARKET | 3 Lug 2019

I fattori abilitanti della Digital Transformation

Cosa serve per trasformare il presente e abilitare il futuro attraverso il digitale?

Trasformazione digitale, due parole sempre più spesso pronunciate insieme per richiamare il concetto secondo il quale il digitale ridefinisce, plasma, cambia, a volte in modo dirompente, i processi aziendali come la società e, pertanto, le persone. Una trasformazione digitale fondata sui dati, che ha bisogno non solo della conoscenza e degli skill dei Digital Scientist come delle tecnologie che abilitano il cambiamento, ma anche di sicurezza, infrastrutture solide, ecosistemi aperti e conoscenza dei processi core da trasformare.

“Più che di Digital Transformation – afferma Paolo Pandozy, Amministratore Delegato Engineering, nel White Paper sulla Digital Transformation pubblicato di recente – preferiamo parlare di digital journey, un viaggio in cui siamo a fianco dei clienti con la consolidata conoscenza dei loro processi e il pieno dominio delle nuove tecnologie. Un viaggio che non può essere più rimandato se si vuol essere tra i primi a beneficiare dei nuovi approcci digitali. Un viaggio straordinario ma non privo di rischi da trasformare in altrettante opportunità se fatto insieme ai partner che fanno della innovazione la loro missione”.

Quali i fattori abilitanti?

Le persone. Come si legge nel paper, per affrontare al meglio la trasformazione digitale, che prevede una continua mutazione di paradigmi, tecnologie e modelli di business, è necessario disporre di un capitale umano in grado di far fronte al cambiamento in modo agile. Persone con Dynamic Capabilities, ovvero dotate delle capacità utili alle imprese per agire in un costante stato di trasformazione e di gestire con prontezza l’incertezza derivante dalle discontinuità tecnologiche.

La formazione. Uno dei fattori che abilitano la Digital Transformation a sviluppare dynamic capabilities è proprio la formazione delle risorse umane. Un investimento strategico a supporto non solo della capacità delle persone di adattarsi in modo agile ai cambiamenti, ma di essere loro stesse portatrici proattive di nuove esigenze e bisogni da soddisfare in modo nuovo.

I dati. Non c’è trasformazione in meglio senza la disponibilità di dati da poter elaborare in informazioni utili a comprendere dove e come agire. Il dato e la conoscenza che derivano dalla sua elaborazione sono al centro dei processi di innovazione delle imprese.

Le tecnologie. Quando si parla di trasformazione digitale non si può certo fare a meno dei driver tecnologici che consentono il miglioramento dei processi aziendali. L’IoT, in grado di estendere le capacità dei 5 sensi e di raccogliere dati da poter riusare; l’AI, che si nutre dei dati per interpretarli con immediatezza e attuare una gestione data-driven; la Realtà Aumentata, Virtuale e Mixed, che trasportano il digitale nello spazio fisico, modificando le interazioni tra le persone, la user experience e l’uso dei media; il Cloud, che abilita soluzioni SaaS possibili da scegliere anche per piccole e medie imprese con il vantaggio di poter gestire in sicurezza grandi quantità di dati; la Blockchain, driver emergente utile a certificare i processi; Digital Twin, ovvero la possibilità di creare una copia digitale dell’attività aziendale per eseguire simulazioni prima di applicare decisioni al mondo reale; Robot Process Automation per automatizzare attività ripetitive liberando risorse economiche, fisiche e umane da impiegare in attività a maggiore valore aggiunto; CyberSecurity, immancabile per assicurare protezione e sicurezza di tutte le risorse aziendali.

La ricerca. I progetti di ricerca rappresentano veri e propri laboratori di innovazione dove, attraverso un processo di condivisione e co-creazione che coinvolge l’intero ecosistema di filiera, nascono nuove idee, nuovi progetti e nuove soluzioni da portare in azienda.

Sono necessari esperti per trasformarsi?

La trasformazione digitale applicata a processi core, vitali per l’impresa, garantisce effetti dirompenti. Ma per avere questi occorre la presenza di esperti di tecnologie tradizionali, di tecnologie di frontiera e soprattutto di esperti di processi di business, in quanto la trasformazione avviene prioritariamente nei modelli di business più che nella tecnologia e avviene nel momento in cui si costruisce un ecosistema aperto in cui la contaminazione di idee è incentivata e supportata.

Una nuova interazione tra uomo e tecnologia?

La trasformazione digitale, si legge nel paper di Engineering, deve essere intesa come un fenomeno che mette al centro la persona che, con le sue nuove competenze e prospettive, è il motore che aziona il cambiamento interno all’azienda e che, allo stesso modo, è destinatario di tale cambiamento.

“Nel tradizionale paradigma informatico – afferma Francesco Bonfiglio, Chief Executive Officer di Engineering D.HUBla tecnologia si pone l’obiettivo di modellare i fenomeni del mondo reale attraverso una sempre maggiore capacità di calcolo e precisione. La sintesi, l’emulazione e la virtualizzazione hanno di fatto creato un progressivo distacco tra uomo e mondo reale, a volte patologico. E’ affascinante notare come il nuovo paradigma digitale realizza di fatto un’inversione di questo fenomeno e un riavvicinamento tra i due. Grazie alla integrazione continua tra uomini ed ecosistemi circostanti, sociali, naturali e industriali, nella trasformazione digitale la stessa evoluzione tecnologica, che per decenni ha costituito uno strato di disaccoppiamento tra uomo e realtà, diventa strumento per leggere, comprendere e interagire con quest’ultima come mai prima”.