“I princìpi ispiratori dell’Open Government Partnership (OGP) quali trasparenza, cittadinanza digitale, partecipazione dei cittadini e responsabilità possono incidere concretamente sulla qualità dell’operato delle pubbliche amministrazioni” – si legge nella introduzione della Ministra per la PA Giulia Bongiorno al quarto piano 2019-21 per l’Open Government pubblicato a fine giugno.
Il piano rappresenta un documento strategico, redatto dall’OGP Team costituito presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, in cui si definiscono gli obiettivi da perseguire e le azioni da mettere in campo in materia di Governo aperto. Il documento è anche il frutto del confronto con i rappresentanti della società civile aderenti all’Open Government Forum, aperto a tutte le organizzazioni attive sui temi dell’amministrazione aperta.
“I contenuti del piano Open Government, ove attuati, saranno di grande impulso per l’ammodernamento della PA e per il consolidamento dei diritti digitali dei cittadini“, commenta Dario Buttitta, General Manager Pubblica Amministrazione e Sanità di Engineering. “Scaricare a terra questi risultati sarà possibile solo snellendo la burocrazia della PA e aumentando le autonomie di quella gran parte di funzionari pubblici che fanno dell’onestà e dell’attaccamento al Paese la linea guida del loro operato“.
10 azioni: quale il contributo dei dati?
Le azioni previste dal piano sono riferite a dati aperti, trasparenza, registro dei titolari effettivi, supporto alla partecipazione, regolamentazione dei portatori di interessi, cultura dell’amministrazione aperta, prevenzione della corruzione, semplificazione, performance e pari opportunità, servizi digitali, cittadinanza e competenze digitali.
Per ciò che concerne la partita degli Open Data, il piano prevede la definizione a livello nazionale di misure finalizzate ad adottare una licenza nazionale o, laddove utile e applicabile, licenze diversificate, ma in grado di stimolare un corretto ed efficace riutilizzo dei dati, superando gli attuali problemi di incompatibilità derivanti dall’uso di diversi tipi di licenze. Standard comuni sono necessari anche per tipologia dei dati pubblicati, avvalendosi di lavori già avviati, quali ad esempio la rete di ontologie e vocabolari controllati. Obiettivo ultimo quello di aumentare la qualità e quantità di Open Data disponibili, anche attraverso la definizione di un paniere condiviso di 10 dataset utili, oltre che incrementare la capacità di gestione dei dati e l’utilizzo dei dati del paniere definito attraverso la messa a disposizione di API.
Sempre in tema di dati, per l’azione di prevenzione alla corruzione, il piano si pone l’obiettivo di standardizzare i dati e le informazioni relative ai contratti pubblici secondo il modello internazionale comune, così come definito da Open Contracting Data Standard (OCDS) e come avviene già nel caso del portale OpenCantieri del MIT per quanto riguarda “gara”, “aggiudicatario” e “contratto”. Altro obiettivo per la stessa azione quello di rendere in formato aperto i dati (non sensibili) contenuti nel nuovo Archivio Informatico delle Opere Pubbliche (AINOP) al fine di offrire alla comunità informazioni sulle infrastrutture viarie, ferroviarie e relative agli altri modi di trasporto consultabili ed elaborabili per controllo civico e per lo sviluppo di applicazioni e servizi.
Come supportare lo sviluppo di adeguate competenze digitali?
Nella strategia complessiva non manca l’azione riferita alle competenze digitali, visto che queste rappresentano una criticità che contraddistingue l’Italia, anche secondo l’indice DESI, nonché una delle principali cause del ritardo maturato nel processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Le attività previste dal piano, da qui al 2021, sono riferite alla predisposizione di una guida per i cittadini che illustri i principali diritti digitali contenuti nel Codice dell’Amministrazione Digitale che regolano e semplificano il rapporto dei cittadini e delle imprese nei confronti della PA; la realizzazione di un “Portale Giovani”; la definizione di un progetto di alternanza scuola-lavoro articolato su tre anni per l’educazione alla cittadinanza digitale e, a livello regionale, l’aumento del numero di luoghi in cui sia possibile praticare forme di co-progettazione e co-valutazione di servizi pubblici come innovation labs, open lab, ecc.
Eseguire e monitorare
A partire dal mese di giugno 2019, le azioni vengono messe in atto secondo i tempi previsti dal piano e sono monitorate, anche attraverso il coinvolgimento della società civile e dei cittadini, secondo i princìpi guida che hanno ispirato la stesura del Piano.
“L’approccio adottato – commenta nel piano il capo del Dipartimento della Funzione Pubblica Maria Barilà – consente di assicurare una maggiore convergenza dei percorsi intrapresi dalle amministrazioni impegnate in ciascuna azione, diverse per dimensione e distribuzione sul territorio, e ciò nell’ottica di favorire la diffusione di buone pratiche e quindi un miglioramento degli standard minimi nelle amministrazioni italiane“.