TECH | 28 Mar 2019

Save the Grape, quando il dato favorisce la qualità

La collaborazione tra Engineering e la cantina Maison Anselmet dimostra come la Big Data Analysis supporti i processi decisionali di chi opera nell'Agrifood.

Più dati ci sono, meglio è“. La sintesi delle opportunità dell’agricoltura di precisione è in questa frase pronunciata da Giorgio Alselmet in occasione della presentazione al Kick Off 2019 del progetto Save the Grape, realizzato da Engineering in collaborazione con la storica cantina valdostana Maison Anselmet.

Grazie a un’infrastruttura di sensori posizionati nel vigneto più antico della cantina, in grado di raccogliere in tempo reale i dati sulle condizioni del clima e del terreno e di inoltrarli a una piattaforma cloud per la loro analisi, gli agronomi hanno la possibilità di prendere quotidianamente decisioni precise e ottimizzate, basate su specifiche esigenze di irrigazione e trattamento fitosanitario delle piante.

Ho creduto subito a questa opportunità – afferma Anselmet – perché poter consultare dati certi ci consente di vincere le sfide quotidiane con le malattie fungine che, anche a seguito del cambiamento climatico, sono sempre più insidiose. Il nostro lavoro si basa sulle esperienze personali, ma l’avere a disposizione dati certi ci consente non solo di gestire meglio le criticità, ma anche di ridurre l’uso di trattamenti mantenendo vigne più sane, con una gestione della irrigazione migliore per produrre vini di maggiore qualità e poter garantire una maggiore sostenibilità ambientale”.

 

L’esperienza Save the Grape

I dati possibili da analizzare attraverso la sensoristica installata in vigna sono quelli riferiti alle condizioni del terreno e alle variazioni microclimatiche, del vento, dell’umidità e delle risorse idriche: una volta elaborate, le informazioni vengono rese disponibili in una semplice dashboard e attraverso una reportistica, che consentono così di controllare al meglio i trattamenti chimici e l’irrigazione.

Il numero di trattamenti – racconta Anselmet – è stato ridotto del 50%, da otto a quattro, anche grazie al fatto che quelli effettuati sono stati pianificati in base alle condizioni del terreno più adatte, con il più corretto livello di temperatura e umidità rilevato dai sensori”.

Grazie a Save the Grape è possibile monitorare tutte le attività della vigna e dell’azienda agraria, generando una più efficiente gestione dei consumi delle materie prime, nel controllo dei sistemi di produzione e automazione, del management e dell’integrazione delle attività di laboratorio.

Il controllo della qualità – continua Giorgio Anselmet – è stato favorito dal preciso monitoraggio della luminosità e dell’irraggiamento dei raggi ultravioletti, fondamentale per i vini rossi, e dall’escursione termica, determinante per i bianchi; questo ha fornito anche preziose indicazioni per la pianificazione dei punti della vigna in cui pensare la produzione dei singoli vini, fino alla piantagione stessa dei diversi vitigni. Non ultimo, grazie alla possibilità di determinare con obiettivi precisi l’erogazione e gestione dell’acqua, nel nostro caso specifico abbiamo effettuato una sola irrigazione nel periodo di fogliazione privando volutamente la pianta dell’acqua, così da favorire la ricrescita spinta delle radici alla ricerca di risorse idriche. Questo ci ha consentito di raggiungere il preciso obiettivo di dare una maggior intensità di aromi e profumi del prodotto finale”.

Attraverso l’intensità del colore delle foglie catturate dalle immagini scattate dai droni, si potrà poi determinare la quantità di clorofilla e lo stato di salute e maturità della pianta, favorendo l’identificazione del  miglior momento di raccolta.

Quali i possibili sviluppi?

Vantaggi per l’intero settore vitivinicolo si potrebbero avere dall’adozione del progetto su territori più vasti, con la possibilità di mettere in condivisione alcuni dati e risultati che favorirebbero non solo la costruzione di una rete di produttori, ma anche la crescita della qualità dei prodotti.

Per oltre un decennio – ha affermato Francesco Bonfiglio, Amministratore Delegato di Engineering D.HUBabbiamo assistito a un trend che ha visto la tecnologia alimentare distaccarsi dal mondo reale a favore di una non sana immersione in quello virtuale, e mi piace evidenziare come, partendo da quel contesto in cui la relazione tra uomo e ambiente è più stretta e sana come l’agricoltura, si possa invece chiarire che è tempo di alimentare il fenomeno inverso. Un fenomeno che vede le informazioni digitali generate da sensori, applicazioni IoT, data analytics, riavvicinare l’uomo all’ambiente e alla natura consolidando una relazione più sana e costruttiva”.